Avellino

Archiviato il voto degli iscritti del Pd, le prossime ore sono tutte concentrate sulle candidature per la segreteria regionale del partito e per la segreteria provinciale a Napoli. I termini scadono domani alle 12 e salvo sorprese dell’ultima ora per la prima volta i dem campani potrebbero convergere su un nome unitario: il nome di Rosa D'Amelio, già presidente del Consiglio regionale nel primo mandato di Vincenzo De Luca, oggi delegata alle pari opportunità, riferimento del partito democratico in Irpinia.

Dopo la rinuncia del salernitano Nicola Landolfi, che si è tirato fuori per motivi personali quando tutto sembrava ormai deciso, si è dovuto ricominciare daccapo per proporre un nome alla federazione, una figura capace di unire tutte le sensibilità del partito. Il profilo della D'Amelio resta quello che potrebbe aggregare tutti, anche i dem della mozione Schlein, sul piano regionale. L'accordo potrebbe essere siglato già oggi pomeriggio.

Raggiunta al telefono Rosa D'Amelio conferma la sua disponibilità a guidare il Pd in Campania, anche in questa fase complessa.

La prima fase congressuale si è conclusa, il voto alle regionali e Lombardia ha cristallizzato il dato delle politiche di settembre, con il Pd che perde senza alleati ma resta secondo partito.

Devo dire che le elezioni premiano ancora questa destra ma dal congresso del pd è arrivato un risultato chiaro, importante. In attesa delle primarie che ci restituiscano una linea e una guida unitaria credo che già da oggi dobbiamo lavorare per rilanciare con forza  l'impegno e l'attività del Pd, su tutti i territori”.

Lei è pronta per guidare il Pd in Campania?

“Mi è stata chiesta una disponibilità, e sebbene preferirei evitare un impegno così gravoso, sono e resto donna di partito. Dunque se il partito, unito, ritiene utile una donna, e una donna aree interne, alla guida di una regione complessa come la Campania, non mi tiro indietro”.

Certo non sarà facile in un territorio così disomogeneo, anche il rapporto con Napoli potrebbe rivelarsi più ostico di quello che si crede, visto anche il risultato dei congressi dove proprio a Napoli la mozione Schlein ha prevalso, anche se per poco.

“Si, difficilmente le aree interne della Campania hanno avuto segretari regionali è vero. Quello che posso dire è che metterò a disposizione del partito non solo la mia storia politica e la mia militanza, ma anche il mio essere donna.Porterò il mio sguardo di donna sul mondo del lavoro, perchè so bene quanto sia complicato per i giovani e per le donne del mezzogiorno, senza il sostegno di un welfare adeguato, e senza politiche del lavoro efficaci. Il rapporto con Napoli? Non mi spaventa. Anzi devo dire sono anche contenta che ci sia confronto e diversità, non siamo partiti diversi, dobbiamo lavorare insieme”.

I nodi irrisolti però nel pd sono ancora molti. Tanto a Napoli quanto nelle altre province. Da dove ripartire?

“Non ho dubbi che il primo punto è valorizzare molto chi sui territori rappresenta un punto di riferimento. Il Pd prde le elezioni sul piano nazionale perché finor si è ragionato troppo per correnti e sia Bonaccini che Schlein su questo punto sono concordi: basta calare le decisioni dall'alto, i territori vanno ascoltati e valorizzati. Alle regionlai in lombardia e Lazio ne abbiamo avuto conferma: laddove i candidati sono legati al territorio il pd è secondo partito e ha il 22%. Poi se mi permette c'è un punto politico, per me imprescindibile...”

Quale?

“Il salario minimo. Non è possibile vedere giovani ammazzarsi di lavoro per tre euro all'ora. Dobbiamo imporre almeno 9 euro all'ora per cominciare, altrimenti non possiamo definirci un paese civile. In regione Campania dobbiamo lavorare molto su questo messaggio. Le diecimila persone che sono andate via in questi anni da Irpinia e Sannio gridano vendetta: sono tutti giovani e non siamo stati in grado di offrire loro un'alternativa arrivando alla desertificazione. Questo è il tema su cui riflettere”.

Gli stessi giovani che non vanno a votare...

“Si, credo che quel 37% di votanti debba farci saltare tutti dalla sedia, tutti, partiti di governo e opposizione. Un dato drammatico che non riguarda solo il pd. Ma come democratici noi abbiamo il dovere di ricominciare a parlare al mondo dell'associazionismo, alla gente sfiduciata”.

C'è poi il tema spinosissimo delle alleanze e il campo largo. Con M5s e terzo polo il dialogo è posibile sul piano regionale? 

“Si non mi tiro indietro, ma penso che il pd prima di guardare a destra e sinistra debba ricostruire un proprio radicamento ampio e capillare. Poi è chiaro che da soli non si va a nessuna parte, ma io ho sempre pensato al campo largo non come un insieme di sigle politiche, quanto a un unico fronte che guarda ai reali bisogni della gente”.

Intanto cosa accade nella segreteria del Pd di Avellino? Si vocifera di un passo indietro di nello Pizza, è plausibile un nuovo congresso provinciale?

"No assolutamente, è solo chiacchiericcio. Non c'è nessun congresso provinciale da rifare e Pizza, che io stimo tantissimo, sono sicura che non si tirerà indietro. Ma poi, di che ci vogliamo lamentare? 3300 iscritti in Irpinia, c'è da essere soddisfatti. Finalmente è stata fatta chiarezza e ora dobbiamo solo guardare avanti”.