Benevento

(f.s.) A leggere i numeri del Brescia ci si accorge che le assonanze col Benevento si sprecano. Anche per le rondinelle è una stagione poco lusinghiera (usiamo un eufemismo...): nelle ultime 18 partite hanno vinto una sola volta, hanno inanellato cinque sconfitte consecutive nelle ultime cinque gare ed il Rigamonti è diventato terra di conquista quasi per tutti (5 ko e un pari nelle ultime sei partite).

La differenza, in questo momento buio, la fanno i due presidenti. Cellino s'è visto dissequestrare dalla Cassazione 58 dei 59 milioni della sua presunta evasione fiscale, ma nonostante questo, con tono gelido, ha detto: “Non ho la testa per occuparmi del Brescia”. Patròn Vigorito, invece, non lascia sola la sua creatura, assume ad interim persino il ruolo di direttore sportivo e lancia l'ennesimo appello ai tifosi: “E' il momento di stare vicini alla squadra, non possiamo mollare proprio ora”. Una bella differenza, non credete?

Chi pensa che l'aspetto mentale sia la cosa più importante in questo momento, non potrà fare a meno di tenere in conto queste parole. Nessuno vuole mettere da parte l'aspetto tecnico, ma da quello non possono venir fuori tante novità: chi ha le qualità, in fondo le ha sempre possedute; chi ne ha di meno potrà solo sopperire con la forza di volontà e con maggiore spirito in questo momento di grande difficoltà. Un momento in cui tutti dovranno fare la loro parte se tengono a questa squadra e alla categoria a cui partecipa. Bisogna mettere da parte gli aspetti negativi, è inutile sottolineare ancora che “Tizio” non sa fare gol e “Caio” commette errori clamorosi. In fondo cosa non è stato già detto contro questa squadra? Infierire non porta a nulla di buono, incoraggiarla, forse, può servire a salvare il salvabile.