Avellino

"L'8 Marzo inizia al Partenio la XXXIII Rassegna del cinema d'autore VISIONI, a cura del Centrodonna, in collaborazione con Quaderni di Cinemasud. Come ogni anno, oltre a seguire i sentieri sicuri della qualità del cinema d'autore, ci fidiamo del cinema per trovare risposte al presente. E interroghiamo, per capire il nostro tempo, i registi che fiutano il vento nuovo e come rabdomanti sentono l'acqua dove per gli altri non c'è.

Nel nostro caso chiediamo al cinema parole nuove per prepararsi al futuro, seguendo tracce che già ci sono e che dobbiamo solo immaginare per poterle trovare. E quest'anno chiediamo al cinema concetti e parole nuove per alimentare la Pace. Le parole della guerra già le conosciamo: vince chi vince, chi avanza, distrugge di più, conquista. Ma forse si può vincere in due.

Guarda al futuro la Pace, come l'amore che vive grazie ad amanti "disarmati" nello spazio nuovo che si è creato, arretrando entrambi. Uno spazio che prima non c'era in cui può vivere il nuovo del loro incontro e del loro desiderio.Come scrive la poetessa Livia Chandra Candiani. La pace si nutre di Verità. E la verità è complessa e coraggiosa.Bisogna, però, stare di fronte, guardarsi, riconoscere nell'altro il proprio destino e fare spazio al nuovo rappresentato dalle ragioni di entrambi per una pace giusta per due.

Pace multilaterale, si chiama. E non abbiamo molto tempo per affermare questo modo nuovo di guardare alla guerra e alla pace. Ma solo questo modo nuovo di guardare, di guardarsi, apre crepe di vita sulla superficie sconvolta dalla distruzione e dalla morte. La Rassegna quest'anno segue il desiderio di una geografia nuova dei rapporti, segnato dallo sguardo dell'altro e dal coraggio di cambiare.

Due film in particolare ci guidano, perché più vicini ai mondi che oggi si fronteggiano e perciò più utili, perché scavano più in fondo per dare argomenti nuovi alla pace. "Parlate a voce bassa" di Esmeralda Calabria e "Master Gardener" di Paul Schrader. Esmeralda Calabria nel Doc presentato al Tff 2022 tratta della memoria del passato attraverso le voci dell'Albania contemporanea. Quali tracce ha lasciato un regime dittatoriale, tra i più duri, in un Paese dell''ex URSS, durato più di 50 anni?  Il risultato fa pensare.

"I testimoni sono ancora tutti dentro la struttura politica e civile di quegli anni.Struttura entrata nella pelle delle persone, ma pur sempre Visione del mondo che, a quanto pare, il transito alla Democrazia non ha ancora adeguatamente rimpiazzato. Soltanto una dialettica razionale di sguardi sul passato può condurre il transito, il passaggio". Passato da non cancellare rapidamente e acriticamente ma da indagare. Presente, nella sua complessità, non salvifico in sé, ma che deve fare i conti con le persone reali, i loro sguardi, le attese, la memoria. Dall'altra parte del mondo, negli USA, un altro film apre squarci di verità e di complessità "Master gardener" di Paul Schrader.   " Dopo i terribili traumi della guerra in Iraq con First Reformed e il Collezionista di carte, questa volta per Paul Schrader è il suprematismo bianco di estrema destra il fantasma latente con cui l'America paladina della democrazia nel mondo deve fare i conti.     Anni prima Narvel, il protagonista, ha fatto parte di una violentissima organizzazione paramilitare neonazista. Quando rinnega questo mondo affida alla floricolturail suo percorso di cura.   

Ma i traumi non possono essere cancellati con rituali e ascesi. Schrader qui non sembra voler perseguire la liberazione violenta o nichilista dei film precedenti. Il regista fa la scelta della "coltivazione" letterale e simbolica del rapporto con l'alterità, sulla necessità di un avvicinamento, sul ritorno alla sensazione umana di vicinanza, di confronto e di conforto e non sul crollo di tale rapporto."

Due film, la stessa urgenza. La vita è padrona e non vive di crolli ma di legami. Senza certezze incrollabili da sostenere, senza blocchi traballanti da difendere.

Una Rassegna per pensare, la nostra, ma anche con il piacere di sempre di incontrarci in tante, in tanti per godere del cinema di qualità. Quest'anno VISIONI cade in un momento interessante per la cultura in città. Uno spazio pubblico: l'Eliseo, è stato aperto dal Comune: anche se in modo parziale, ancora nebuloso ed in solitaria. Ma perché la città sia "illuminata" dalla cultura, l'Eliseo aspetta altre cose.

Aspetta che dalla Amministrazione Comunale sia confermata la destinazione d'uso dell'Eliseo  a "Casa del Cinema", già stabilita dall'Europa ,tenendo conto che il Cinema è uno dei punti di forza della identità condivisa della città. L'Eliseo aspetta anche che diventi operativa la Fondazione di Partecipazione per potersi  aprire alla città,al suo contributo di idee e di progetti. E questo non potrà che far bene a tutti, ai cittadini e alle Istituzioni. Buona VISIONE a tutte e a tutti".