Calitri

E’ arrivato in Italia, Franco Mario Maffucci, impiegato per una ditta svizzera, sfuggito per miracolo alla morte nel terremoto in Turchia. Franco si trovava a Kahramanmaras in un hotel quando la terra ha tremato nel cuore della notte. 

“Sono vivo per miracolo - racconta - è stato terribile rivivere il sisma dell’ottanta in Irpinia. E’ stato il mio secondo terremoto. Ma stavolta la terra ha tremato molto più forte. Mi è sembrata una sequenza molto più forte, lunga. Poi le altre scosse. E’ stato un incubo lungo e atroce”. Franco, con coraggio dopo la prima scossa, ha visto crollare i calcinacci, andare in frantumi i vetri della stanza, ma è riuscito a scappare dalla stanza. “Sono sceso dal letto e mi sono subito rifugiato in un angolo. Appena la scossa più forte è finita, ho afferrato qualcosa di necessario, il cappotto, e sono scappati in pigiama. Ho imprudentemente corso lungo le scale. Saltavo rapidissimo gli scalini, quando sono arrivato in strada davanti ai miei occhi si è materializzato l’inferno. Sentivo piangere, gridare. Le sirene in sottofondo di ambulanze e soccorsi restano il suono più doloroso nei miei ricordi. Ma l’immagine che non dimenticherò mai è quella di una madre che teneva in braccio suo figlio morto”. Franco, scampato per miracolo al terremoto, alla morte, ha trovato la sua auto completamente schiacciata da scale e mura. “Con altri colleghi ci siamo subito informati sull’aereoporto più vicino aperto. Poi ci siamo messi in auto e tra mille rischi, nella notte, mentre nevicava siamo arrivati nella città per prendere un aereo. 900 chilometri percorsi in 10 ore. Ho guidato senza mai fermarmi. Non dimenticherò mai quei palazzi crollati, quelle rida, l’odore di polvere, gas e la disperazione sui volti di tutti”. Franco Mario Maffucci fortunatamente ora è casa,