Dopo la denuncia dei familiari, la Procura ha aperto un’inchiesta e disposto l’autopsia sulla morte di Rossella Di Fuorti la 40enne di Soccavo, deceduta per cause da accertare dopo aver mangiato sushi in un ristorante giapponese, dove stava festeggiando il suo compleanno.
Le indagini sono delegate ai carabinieri del Nas, il Nucleo antisofisticazioni e sanità, che hanno ispezionato a lungo il ristorante della zona occidentale di Napoli dove Rossella aveva pranzato. I militari hanno anche sequestrato campioni di cibo che saranno analizzati per verificare l’eventuale presenza di carica batterica.
Il caso di Luca, 15enne morto un anno fa
Apparentemente la morte della mamma quarantenne è stata provocata da un infarto cardiocircolatorio, come ha certificato il medico del 118. Tuttavia i familiari prima e gli inquirenti poi hanno avuto forti sospetti sul pranzo. Rossella Di Fuorti aveva finito di pranzare intorno alle 15, quindi era rientrata a casa. Appena tornata già aveva iniziato a sentirsi male. Poi il vomito e alle 16 la donna è deceduta.
Il caso ricorda quello di Luca Piscopo, il ragazzo di 15 anni morto nel dicembre del 2021 dopo avere a sua volta mangiato sushi in un ristorante del Vomero. L’autopsia accertò che il ragazzo era stato colpito da una miocardite provocata dalla salmonella. Anche Luca viveva nel quartiere di Soccavo.
Luca pranzò il 23 novembre 2021 in quel ristorante. Le amiche accusarono sintomi come lui: febbre alta, vomito, diarrea. Il ragazzo morì durante il sonno una settimana dopo. Il ristorante fu sequestrato: i Nas al suo interno trovarono “alimenti privi di tracciabilità e ritenuti in cattivo stato di conservazione”.
Mangiare pesce crudo è un rischio? ecco quando
Il rischio, quando si mangia pesce crudo come appunto il sushi, è che, se non c’è stato un abbattimento efficace della carica a temperatura molto basse, ci possano essere gravi problemi per la salute.
Anzitutto è bene precisare che sushi e sashimi non vanno preparati con pesce fresco, appena pescato o che arriva dalla pescheria più vicina. Infatti la normativa italiana, che si riferisce alle norme europee (Regolamento europeo 853/2004), prevede che i pesci consumati crudi debbano essere lasciati nel congelatore a -20 °C per almeno 24 ore. Il congelamento, così come il calore della cottura, uccide i parassiti. Ma succede sempre così? Purtroppo no.
Attenzione all'anisakis
La prima insidia nascosta è una larva e si chiama Anisakis. Se non sono stati preventivamente congelati a dovere, gli esotici bocconcini colorati possono nascondere tale parassita che, una volta ingerito si deposita nell’intestino provocando, nella migliore delle ipotesi, reazioni di tipo allergico più o meno gravi, ma anche forti dolori addominali simili a quelli di una peritonite.
Non solo. Se il pesce non è stato congelato, come prevede la norma, e successivamente ben conservato al freddo anche durante la preparazione, si possono sviluppare sulla sua superficie molti microrganismo comuni. Diventa in pratica un veicolo di tossinfezioni (gastroenteriti acute) da microrganismi come salmonella, stafilococco, listeria o vibrione del colera.
Inoltre, se il pesce ha subito una lunga manipolazione, senza una buona conservazione al freddo, assume un cattivo odore e muta di colore, a testimoniare la presenza di troppa istamina, una sostanza che ha forte potere infiammatorio e allergenico. L’ingestione provocherà arrossamento del volto, orticaria e altri fastidi simili.
Infine, come è noto da numerose ricerche, nelle carni dei pesci di grossa taglia, quelli più utilizzati nella cucina giapponese, si possono accumulare mercurio e altri metalli tossici, che nei consumatori abituali (oltre 2 volte la settimana) possono provocare intossicazioni generali, abbastanza difficili da identificare e trattare.