Dragaggio del Sarno, in campo il Comitato No Vasche, che con una nota ha invitato gli enti preposti a trovare un compromesso.
“Dopo il sopralluogo fatto in canoa insieme ad un esperto abbiamo tratto le seguenti conclusioni. Le cause degli allagamenti, peraltro non difficili da individuare, sono da attribuire al mancato taglio della vegetazione che in questa stagione cresce rigogliosa e diventa una barriera naturale al defluire delle acque – si legge - Considerando che anche altri materiali solidi in sospensione si vanno ad imbrigliare nell’erba (cosi detta Moglia) questa diventa tipo una rete a maglie strette che trattiene tutti i sedimi del fiume; tanto è vero che lungo il corso del fiume si sono formate delle isolette che hanno ostacolato anche il passaggio della canoa. Tutto ciò sta determinato l’innalzamento del livello idrometrico e dello stesso letto del fiume"
"E’ noto che Il fiume Sarno ha pochissima pendenza ed è un sistema perfetto - prosegue il comitato presieduto da Emiddio Ventre -, che può essere messo in crisi al variare di pochi fattori. Infatti l’innalzamento di pochi centimetri è stato sufficiente a bloccare l’afflusso d’acqua da parte della rete di scolo dei canali adiacenti al fiume(c.d. fossi), che rappresentato la rete di drenaggio dei terreni circostanti e dell’intera piana dell’Agro Nocerino".
"L'innalzamento del livello di falda – va avanti il comitato – sta portando ad un espansione laterale del letto del fiume con la conseguenza che i terreni laterali stanno diventando una sorta di sabbie mobili, ricchi di acqua la quale contribuisce ad essiccare le colture presenti, non come qualcuno ha erroneamente supposto, attribuendo la causa all’inquinamento. Ricordiamo che i tre rii nascono dalle stesse sorgenti che alimentano i nostri rubinetti ed ancora oggi, la gran parte delle persone non riesce a capire la differenza tra i torrenti che nascono a Sarno e i torrenti Solofrana e Cavaiola che sono i killer del Sarno”.
Redazione Sa