Non c'è pace per i lavoratori forestali campani, 5mila i dipendenti in bilico in tutta la regione. 

«Il PD continua a brancolare nel buio delle sue nebbie e le sue paludi, oggi si sono confrontati Martinangelo, Luciano dell’UNCEM ma per dire cosa? Ancora una volta nulla solo chiacchiere al vento. I popolari propongono al governatore De Luca di aprire  subito un confronto di merito sul problema chiamando a discutere del riordino della forestazione quei soggetti che hanno dimostrato come si può  rendere la forestazione un comparto produttivo e non assistito». Giuseppe Solimente dei Popolari per l'Italia elencando proposte alternative. «In merito alla legge 11 occorre immediatamente riscrivere la normativa che regola la competenza e le funzioni delle Comunità Montane - spiega in una nota stampa -.

Si deve procedere ad una vera e propria riqualificazione dei lavoratori forestali assegnando loro competenze in materia forestale di tutele e salvaguardia del territorio. Procedere all'allestimento della vigilanza venatoria e fluviale, con competenze e incarichi di manutenzione ordinaria della viabilità provinciale. Il tutto senza dimenticare la segnaletica e manutenzione della sentieristica montana e l'attribuzione di competenze istituzionali con compiti di Unione dei comuni con possibilità di accordi per la manutenzione del verde pubblico a supporto dei comuni appartenenti all’ente Montano. Deve vigere l'obbligo di adesione esclusiva dei comuni montani all’unione dei comuni di competenza e l'affidamento di mansioni atte alla prevenzione incendi anche attraverso l’utilizzi di strumenti informatici innovativi, con attivazione h 24 di compiti di protezione civile e di organizzazione dei piani di evaquazione in caso di necessità. Si deve procedere al riordino del parco macchine  e dei sistemi di supporti alle attività specifiche degli enti montani-manutenzione ordinaria e straordinaria dei boschi con presidi della montagna che abbia lo scopo di scongiurare dissesti idrogeologici in sinergia con gli enti regionali preposti alla salvaguardia e al contrasto delle azioni di sfruttamento irregolare del teritorio. C'è da lavorare per i rimboschimenti produttivi atti a ricreare il microsistema della montagna, senza scordare le culture tipicamente montane di regolamentazione della ricerca dei prodotti del sottobosco funghi castagna tartufi ecc

La forestazione deve diventare Azienda Forestale con il riordino delle maestranze per competenze e professionalità riducendo il numero dei responsabili e privilegiando i soggetti in grado di gestire con attenzione le dinamiche del lavoro forestale. Deve esserci la possibilità di poter creare nell’ambito dell’azienda forestale anche comparti di produzione di manufatti da utilizzare in ambito territoriale.

La forestazione sia avamposto della tutela della montagna che coincida con la lotta allo spopolamento della stessa uomini a presidio di un territorio che si deve trasformare da un intervento assistito in un intervento produttivo e di qualità. Su questo vorremmo aprire un confronto e un dibattito al di là delle appartenenze politiche Questa sarà la nostra nota che invieremo ai partiti tutti in primis al  pd che in questo momento ha maggiori responsabilità istituzionale. Questi lavoratori Sono stati riportati agli anni peggiori della loro storia lavorativa, quando essere un forestale  significava essere assistito, relegato ad un ruolo marginale dentro e fuori le comunità. Io so che il sindacato può fare di più dei politici e lo deve fare. Le  forze politiche  debbono avere atteggiamenti  più seri nei confronti dei lavoratori e del lavoro di  questa provincia.

I popolari denunciano con forza questo atteggiamento,  richiamando tutti  alla responsabilità, in modo particolare a coloro che in campagna elettorale hanno promesso  di risolvere il problema, dove sono finiti i tanti candidati al consiglio Regionale che hanno partecipato alle assemblee organizzate da soggetti che in nome di una rappresentanza hanno confuso l’autonomia del sindacato con la cinghia di trasmissione dei partiti politici, chiediamo di   mantenere gli impegni assunti, se così non sarà è evidente che   hanno mentito,  sapevano di non poter mantenere la promessa fatta e forse con un adeguato approfondimento si potrebbe anche identificare una responsabilità penale, a fronte di una promessa  ce stato una causa e un effetto. I popolari per l’Italia organizzeranno nei prossimi giorni una iniziativa che possa contribuire a riportare concretamente alla ribalta non solo la questione dei forestali ma anche  la difficoltà nella quale i lavoratori di questa provincia si trovano, i giovani di questa provincia ai quali viene negato il futuro e questi politici continuano a giocare sulla pelle della gente. La battaglia dei popolari di Avellino sarà forte e determinata denunciando tutte quelle condizioni di abbandono nei quali sono state relegate le tante troppe vertenze assopite di questa provincia, che oggi stà rivivendo gli anni bui dello sfruttamento dei lavoratori come gli anni passati.  Le comunità si rimetteranno  in piedi se avranno dignità nel lavoro».

Redazione