Notificata la richiesta di rinvio a giudizio per Salvatore Di Matola, accusato del ferimento del boss Fiore Clemente e di un suo nipote A.P.. Agguato avvenuto, l’11 febbraio dello scorso anno, davanti ad un supermercato di San Martino Valle Caudina. Il13 febbraio prossimo - davanti al Gup del Tribunale di Avellino, Fabrizio Ciccone - verrà celebrata l’udienza preliminare per Salvatore Di Matola difeso dall’avvocato Alessio Ruoppo. Il pubblico ministero Fabio Massimo Del Mauro che ha ricevuto il fascicolo da Napoli, ha chiesto il processo per Di Matola, in carcere dal febbraio dello scorso anno.
Assenza del metodo mafioso
Lo scorso 19 gennaio fu stabilito che il tentato omicidio di Fiore Clemente non era di stampo camorristico. A stabilirlo il pubblico ministero della direzione distrettuale antimafia che inviò gli al pubblico ministero della procura di Avellino, Fabio Massimo Del Mauro che ha chiuso le indagini e ha chiesto il processo per Salvatore Di Matola accusato di tentato omicidio aggravato dalla premeditazione, ma non dallo stampo camorristico.
La ricostruzione dell’agguato
Nel mirino Fiore Clemente, 60 anni, considerato negli anni scorsi uomo di punta del Clan Pagnozzi, il sodalizio camorristico che da decenni domina in Valle Caudina, al confine tra le province di Avellino e Benevento. Nell'agguato avvenuto l’11 febbraio del 2022 rimase ferito A. P. 20 anni, nipote di Clemente, che lavorava nel supermercato di via San Martino Vescovo, dove Clemente si era recato per acquistare dei generi alimentari. Il ragazzo stava aiutando lo zio a portare le buste della spesa nell'auto parcheggiata nei pressi quando – intorno alle 10 - un uomo arrivato a San Martino a bordo di un'auto condotta da un complice, armato di pistola fece fuoco contro Clemente, rimasto ferito all'addome e all'inguine. Quattro i colpi esplosi. L'uomo fu sottoposto a diversi interventi chirurgici.