Benevento

“Non ho mai smesso di essere il Segretario provinciale del Partito Democratico di Benevento”. Giovanni Cacciano sgombra il campo e ripercorre dettagliatamente quella che definisce una “vicenda tragicomica”: il commissariamento della federazione provinciale di Benevento.
Lo ha fatto in una conferenza stampa alla Rocca dei rettori, con lo stato maggiore del partito e l'assenza rumorosa dell'ex presidente Antonella Pepe, sfiduciata all'indomani delle elezioni, e del consigliere regionale Mino Mortaruolo.

Il commissariamento mai ratificato

Entra subito in tema Cacciano e ricorda “Il 14 dicembre poche righe hanno contraddetto quelle regole democratiche che sono alla base del nostro partito”. “Regole – e Cacciano cita Sant'Agostino - che discriminano le associazioni democratiche da una banda di briganti.
Sono stato eletto, insieme a tutti gli organismi di garanzia, democraticamente nel febbraio 2022 al congresso provinciale di Molinara, gestito da Enrico Borghi, da oltre due mila e duecento militanti. Il presunto provvedimento commissariale non è mai stato né notificato né ratificato”.
E Cacciano ricorda “L'unica ragione che rende possibile un commissariamento è una condizione di necessità e urgenza determinata da gravi e reiterare violazioni dello statuto e del codice etico. Solo in questo caso il segretario nazionale può commissariare. Il provvedimento deve poi essere ratificato entro trenta giorni con il voto della maggioranza dai componenti dell'assemblea, altrimenti e nullo”.
E il segretario del Pd prosegue “Quel provvedimento, proposto dall'ex commissario regionale Francesco Boccia, non è mai stato non solo votato ma neanche posto all'attenzione della direzione nazionale del partito”.

“Una porcata, giustizia è stata fatta”

E poi bolla l'azione come “un grave tentativo avvenuto clandestinamente e in modo furtivo di violentare quanto accaduto a Molinara”.
Esulta Cacciano “Giustizia è stata fatta perché ho avuto il sostegno della quasi totalità dei segretari di circolo, di Umberto Del Basso De Caro, di tanti esponenti del partito. Un sostegno – puntualizza - arrivato perché si stava compiendo una porcata”.
Non manca però il riferimento alla genesi della guerra interna che si è consumata nella federazione nata in occasione delle candidature per le politiche. “Dopo aver proposto ai vertici nazionali le candidature per il territorio di Benevento sono stato tenuto all'oscuro del cambiamento dei candidati deciso furtivamente”. Cambiamento che ha portato alla candidatura di Antonella Pepe e alla rottura del gruppo sannita.

Mortaruolo, l'unico che non ha provato a fermare Boccia

Ne ha anche per l'ormai ex commissario Francesco Boccia, sfiduciato dai consiglieri regionali in Campania per la decisione di scendere al fianco di Elly Schlein. «Così si perde la terzietà» hanno accusato i firmatari del testo tra cui anche l’ex sottosegretario Umberto Del Basso De Caro, il presidente del consiglio regionale in Campania, Gennaro Oliviero e otto dei sette consiglieri democrat campani.
“Boccia – accusa ancora Cacciano - che ha completamente dimenticato le aree interne”. E chiude: “L'unico a non aver firmato la lettera è il nostro consigliere regionale Mino Mortaruolo che saluto, non ho rancore – si affretta a precisare – ma è solo per ricordare quanto è accaduto”.