Castel San Giorgio

Maxi operazione della Guardia di finanza di Salerno, coordinata dalla Procura di Nocera Inferiore. I finanzieri hanno dato esecuzione ad un'ordinanza cautelare nei confronti di 9 persone: nella stessa operazione sono stati sequestrati beni per oltre 136 milioni di euro

I numeri dell'operazione

In particolare, il gip ha disposto la custodia cautelare in carcere di 1 persona ed i domiciliari per altre 4. Notificato anche il divieto di dimora nelle province di Salerno e Avellino - e nella città di Roma - per altri cinque indagati.

Ma i numeri dell'inchiesta sono molto più ampi: sono almeno 82 le persone iscritte nel registro degli indagati. Fondamentali, ai fini dell'inchiesta, le intercettazioni telefoniche ed ambientali e l'attenta verifica della documentazione contabile ed extracontabile. Al setaccio anche i conti correnti personali e societari che, secondo la Procura, avrebbe confermato le condotte illegali degli indagati. Tra questi, anche dieci persone giuridiche.

I reati contestati agli indagati

Il procuratore capo Antonio Centore contesta, a vario titolo, i reati di associazione a delinquere, fatture per operazioni inesistenti, ricettazione, riciclaggio, falsità ideologica e sostituzione di persona

Disarticolato un sodalizio criminale con base operativa a Castel San Giorgio che, attraverso la gestione di ben 12 società di capitali, si sarebbe reso responsabile di una ingente "frode carosello" riguardante la vendita di carburante. 

Il modus operandi

I fatti contestati fanno riferimento al periodo 2017-2020: al setaccio delle fiamme gialle le scritture contabili delle società finite sotto la lente d'ingrandimento degli investigatori. In particolare, si fa riferimento ad operazioni inesistenti per oltre 900 milioni di euro, con un'evasione dell'imposta di 160 milioni.

Le società petrolifere - con sede a Roma - provvedevano alla cessione di ingenti quantitativi di carburante a società cartiere, prive di operatività e struttura patrimoniale. Transizioni, come contestato dalle fiamme gialle, poste in essere senza versare l'Iva. 

I soldi riciclati in investimenti e immobili

Nella fase finale della catena distributiva illegale il carburante arrivava a due società dell'agro nocerino-sarnese, per poi essere rimessa in commercio. Al vertice del sodalizio un unico dominus, così come sottolineato dal procuratore Centore, coadiuvato da una serie di collaboratori che ne curavano la gestione contabile e finanziaria.

Le indagini, inoltre, hanno seguito i flussi di denaro che sono stati riciclati in vario modo: in particolare, i soldi sono transitati su più conti correnti, per investimenti e acquisto di immobili.