Benevento

Per un bomber, si sa, il gol è tutto. E' l'essenza stessa del suo ruolo, l'ossessione a cui non rinuncerà mai. Massimo Coda ha vinto le due ultime classifiche dei marcatori della B, ma a Genova gli esordi non sono stati tutti rose e fiori. Pochi gol e relegato in panchina da uno che di bomber se ne intende come Alberto Gilardino. Fino a lunedì sera quando proprio il suo ingresso in campo ha cambiato il destino della sfida contro il Venezia. Passare dall'ironia della sua gente (“Coda in autostrada, uscita”, scrivevano i tifosi del Grifone) all'esaltazione per una vittoria di grande importanza, è stato un attimo. Proprio, guarda un po', prima del ritorno al Vigorito da avversario. Un avversario particolare, che la Strega continua a guardare con gli occhi languidi e a cui non ha ancora rinunciato nei suoi sogni di mercato. Intanto sabato se lo ritroverà di fronte, da neutralizzare ad ogni costo. L'Ispanico ha già segnato 4 gol alla Strega, ma tutti prima che vestisse la maglia giallorossa (3 con la Cremonese, uno con la Salernitana). Dopo l'esperienza all'ombra della Dormiente, 34 gol segnati, una promozione in A nel 2020, una “scarpa d'argento” alle spalle di Donnarumma nel 2019, Coda ha affrontato altre tre volte il Benevento (due col Lecce, una col Genoa) senza mai segnare né vincere. La speranza di tanti è che torni a segnare anche al Vigorito, ma con la maglia giallorossa sulle spalle. Al di là delle dichiarazioni di facciata e di tutto quello che può scaturire dalle voci pazze del mercato.