(f.s.) Della partita di Cosenza s'è detto ormai tutto: un maledetto calcio d'angolo ha gettato all'aria un castello (di carta) faticosamente costruito in novanta minuti. Nulla di nuovo sotto il sole, anzi molte conferme di quanto già si sapeva. La squadra ha delle lacune, colmabili solo con l'aggiunta di qualche elemento che non faccia parte già del gruppo. Manca la giusta cattiveria in attacco (il Cosenza, 33 gol subiti, è la peggiore difesa del campionato) e la sufficiente concentrazione in difesa. Inutile dire che subire gol da calcio da fermo con tutti gli effettivi a protezione di Paleari è inaccettabile per qualsiasi buona squadra di serie B.
Così come all'andata, la partita contro i silani ha messo in evidenza le lacune dell'organico e la società per la seconda volta prova a metterci qualche pezza.
Gerarchie cambiate
Bisogna guardare avanti con la consapevolezza che le gerarchie di questo campionato sono dettate da squadre che eccellono nell'aspetto agonistico e che lo scenario dei protagonisti è abbastanza cambiato, proponendo tra i goleador per lo più volti nuovi come Cheddira (12 gol), Brunori (10), Pohjanpalo (7), Gliozzi (7), Mulattieri (6), Odogwu (6), Morutan (5), Rover (5), Bonfanti (5). Si sono difesi discretamente Lapadula e Coda (7 gol a testa), che hanno però degli autentici squadroni a supportarli. La B si rinnova anche nei volti più rappresentativi ed è un aspetto di cui tener conto.
Fanno fatica le squadre che si affidano solo alla tecnica: il Venezia, che finora aveva giocato in punta di piedi, a Marassi ha mostrato un altro volto, più pragmatico e fisico. Ha perso, ma avrebbe meritato miglior sorte. Sembra insomma che abbia capito quali fossero le sue maggiori lacune e non è un buon affare per nessuno tenerlo lì in basso nella zona minata.
Agonismo e praticità
Il Benevento deve rimanere lucido in questo momento di difficoltà e agire con intelligenza. Il grosso della squadra, la parte più importante, rimane quella costruita in estate: non c'è il tempo né è saggio pensare ad una rivoluzione. A volte basta qualche innesto mirato per ottenere il salto di qualità. Bisogna essere chirurgici e agire senza tentennamenti: ci si imbatte in questo avvio di girone di ritorno in autentici squadroni (uno dopo l'altro Genoa, Frosinone, Venezia, Cagliari) e bisogna far punti senza neanche pensare alla forza dell'avversario. Bisogna cambiare registro per trovare il verso giusto a questa stagione: servono agonismo e praticità, anche da parte di chi pensa di possedere caratteristiche diverse.