Benevento

E' sempre stato uno degli argomenti più controversi: dove si trovava tra le 20.38 e le 21.02 del 19 giugno del 2016 la Polo con gli imputati ? All'interno del complesso di Borgo San Manno, nel parcheggio antistante il locale, e non ferma in via Corrado, in un punto che dista una trentina di metri dal primo, ha sempre sostenuto l'accusa sulla base dell'analisi dei dati del Gps dell'auto, spingendosi a definirlo «un tema di dirimente significatività indiziaria”. »

Non è così, ha sempre obiettato la difesa, confortata dalle conclusioni del Gip e del Riesame. Quei dati non sono attendibili perchè nell'arco temporale indicato erano stati segnati da un codice d'errore, e la stessa società che li aveva raccolti, peraltro in una giornata che era stata piovosa, non li aveva per questo validati. Un argomento importante durante gli oltre quattro anni nei quali erano stati ipotizzati l'omicidio e la violenza sessuale, che rappresenta un nodo fondamentale dal momento in cui - era il novembre del 2020 -quegli addebiti hanno lasciato il campo all'accusa di abbandono di minore. 

E' contestata a Daniel Ciocan, 27 anni, e alla sorella Maria Cristina, 36 anni, difesi dall'avvocato Salvatore Verrillo, a giudizio dinanzi alla Corte di assise in relazione alla tragica fine di Maria, la bimba di 9 anni che era stata rinvenuta senza vita, annegata, nella piscina di un casale a San Salvatore Telesino.

Secondo gli inquirenti, la sera della tragedia era con gli imputati a bordo della Polo con la quale Daniel era andato a prendere la sorella a Telese. Loro l'avrebbero condotta prima all'esterno del resort, poi nell'area della piscina; quindi sarebbero andati via e l'avrebbero lasciata lì, senza preoccuparsi del fatto che la bimba non sapesse nuotare e che avesse timore dell'acqua, nella quale si sarebbe immersa, perdendo la vita.

Un capitolo delicato, dunque, quello delle tracce restituite dal Gps, sul quale sono riecheggiate in aula, oggi, le opposte valutazioni dei consulenti del Pm – Iodice, Mauro e Viglione – e della difesa, Franco Gismondi. Pur ammettendo un margine di errore del 10%, i primi hanno ribadito l'attendibilità del sistema e dei dati, esaminati non completamente. A differenza di quanto fatto da Gismondo, che ha spiegato come, inserendo anch'egli su Google hearth, per la geolocalizzazione, gli stessi dati, avesse ottenuto, con la macchina in sosta, posizioni diverse, distanti anche 30 metri.

L'udienza è stata occupata anche dalla deposizione di due donne: una ha riferito di aver visto Maria scendere da una vettura blu alle 19.45, e sulla mancata processione a causa della pioggia, l'altra di aver telefonato a Daniel – Cristina non aveva risposta – alle 20.45, nei minuti in cui, in base alla ricostruzione della Procura, tutto si stava compiendo.

Il processo proseguirà il 3 febbraio. Il papà e la mamma di Maria, parti civili, sono rappresentati dagli avvocati Fabrizio Gallo e Serena Gasperini.