Nel periodo 2015-2021 la stima complessiva dei danni all'agricoltura è risultata di poco inferiore a 120 milioni di euro di danni per un totale di oltre 105.000 eventi di danno. Complessivamente il 36% delle importi (circa 30 milioni di €) per danni da cinghiale è riferito alle aree protette nazionali e regionali, la restante parte (circa 89 milioni di €) ad aree non protette. Le regioni più colpite dai danni da cinghiale sono risultate Abruzzo e Piemonte con, rispettivamente, circa 18 e 17 milioni di € nel periodo considerato. Altre tre regioni hanno fatto registrare oltre 10 milioni di € di danni: Toscana, Campaniae Lazio. Solo nella Provincia Autonoma di Bolzano non si rilevano danni all'agricoltura, in relazione alla distribuzione ancora molto limitata del cinghiale in questo contesto. Il quadro di sintesi che emerge dall'indagine di Ispra descrive un generalizzato aumento degli indicatori (prelievi in ??caccia, prelievi in ??controllo danni) attualmente disponibili per monitorare l'andamento della gestione della specie. Questo costante aumento del fenomeno su scala nazionale richiede l'adozione urgente di una strategia di intervento nazionale disegnata sulla base delle più adeguate conoscenze scientifiche, che integri interventi di prevenzione dei danni e di contenimento delle popolazioni, e che assicuri prelievi selettivi e pianificati coerentemente con l'obiettivo prioritario di riduzione dei danni. Elemento chiave di una strategia di gestione del cinghiale è la creazione di un sistema omogeneo di raccolta dei dati a scala nazionale, che integra anche le informazioni relative agli interventi di prevenzione e agli incidenti stradali, e rende possibile monitorare l'andamento della gestione in tempo reale.