Il dolore è misto a rabbia. A Mercogliano la comunità si è chiusa nel silenzio. I giovani da una parte e le istituzioni dall’altra che cercano di reagire al lutto per la perdita di Roberto Bembo, accoltellato la mattina di Capodanno davanti a una cornetteria di Torrette. Davanti le scuole di Avellino sono comparsi striscioni in ricordo del 21enne, altri ragazzi si sono riuniti nel centro sociale Campanello di Mercogliano. Il sindaco Vittorio D’Alessio ha apposto il drappo nero e ha annunciato il lutto cittadino nel giorno dei funerali: «C’è tanto dolore ma anche tanta maturità per come si sono comportati i nostri giovani. Stanotte riuniti in modo civile ed educato in un centro sociale che ho messo a disposizione, ed è veramente un esempio di una bella comunità, di quella comunità che ho sempre apprezzato e che ho sempre conosciuto».
Don Vitaliano della Sala, inoltre, rinnova l’appello alla non violenza e si dice sorpreso in positivo per la reazione dei tantissimi giovani. «L’insegnamento buono che possiamo apprendere da questa tragica vicenda è il fatto che innanzitutto bisogna dire no alla violenza, a qualsiasi forma di violenza, perché stiamo sperimentando che la violenza anche quella, appunto, per futili motivi, porta solo sofferenza e dolore e poi la lezione positiva è che io sono rimasto positivamente impressionato da questa questa marea di ragazzi che si sono stretti attorno alla famiglia, che vuol dire, vuol dire che noi nelle tragedie tiriamo fuori il meglio ma bisognerebbe tirare il meglio anche in momenti normali, per fare cose positive fare cose cose belle che che servono anche ad onorare Roberto».
E’ tenero e doloroso il ricordo del vicesindaco di Mercogliano, nonché responsabile del Servizio Civile, Stefania Di Nardo, che ha conosciuto Roberto volontario del servizio del comune: «Sono stata fortunata a conoscere Roberto, lui era un volontario del progetto del nostro comune e quindi avevo l’occasione di vederlo e di seguire quelle che erano le sue attività. Ho un ricordo di un ragazzo mite, silenzioso e riservato quanto basta, laddove si muoveva il rimprovero di un piccolo ritardo e magari se ci andavi anche con lo spirito di ammonirlo, lui ti sorrideva e diceva: chiedo scusa mi sono svegliato un po’ tardi, insomma tutto finiva con un sorriso».
Intanto, questa mattina il magistrato ha conferito l’incarico per l’autopsia sul corpo di Roberto. Mentre i due aggressori restano in carcere con l’accusa di omicidio Volontario aggravato dai futili motivi.