Santa Maria Capua Vetere

Molto attesa per l’udienza di ieri davanti la Corte d’ Assise di Santa Maria Capua Vetere, dove si sta celebrano il processo a carico di 106 persone, tra agenti di polizia penitenziaria e funzionari amministrativi, imputati di gravi reati per i pestaggi avvenuti il 6 Aprile dello scorso anno nel carcere di Santa Maria. 

I Giudici, infatti, dovevano decidere se sospendere o meno il processo per mandare gli atti alla Corte Costituzionale, così come richiesto dagli avvocati Giuseppe Stellato, Edoardo Razzino, Claudio Botti e Sabina Coppola. L’accoglimento di questa richiesta comporterebbe una sospensione del processo per almeno un anno. La Corte d’Assise, però, ha rinviato la decisione alla prossima udienza, fissata il prossimo 1 febbraio. 

In aula era presente anche il Garante campano delle persone private della libertà personale, Samuele Ciambriello, che è ottimista sull’accoglimento della tesi che il suo difensore di parte civile, avv. Francesco Piccirillo, ha illustrato ai giudici, ai quali ha chiesto di respingere la richiesta dei suoi colleghi.

Così il Garante campano Ciambriello:

«Sono fiducioso soprattutto nella intenzione dei giudici di questo processo di portare avanti con fermezza e celerità l’accertamento della verità, che significa riaffermazione di quei valori umani calpestati da questa vicenda»

Il Garante Ciambriello ha denunciato per primo i gravi fatti.

Proprio nell’udienza di ieri, il pubblico ministero ha chiesto alla Corte di acquisire le denunce all’epoca inoltrate dal Garante Regionale e di ammettere come teste lo stesso Garante. Richiesta, quest’ultima, avanzata anche da diversi difensori di parte civile.