Salerno

Dopo le 83 assoluzioni, avvenute nello scorso mese di ottobre, sono 9 ora i dipendenti dell'ospedale Ruggi di Salerno che rischiano una condanna per truffa ed uso fraudolento del badge, nell'ambito dell'inchiesta "Just in time" che nel 2015 ha travolto l'ospedale salernitano. Si è svolta, ieri, davanti al giudice monocratico della seconda sezione penale del tribunale di Salerno,  la requisitoria del pubblico ministero che ha chiesto 2 anni di reclusione per uno dei dipendenti e un anno e 4 mesi per tutti gli altri imputati. Chiesta la messa alla prova, in base alla recente riforma Cartabia, per uno solo degli imputati.

La precedente condanna

Già condannata, invece, a sei mesi di reclusione, all'esito del rito abbreviato, la caposala Elena Dambrosio, immortalata in spiaggia con il compagno quando doveva invece essere in reparto. Estinzione del reato per l'ex sindacalista Carmine De Chiaro e il dipendente Santo Pepe, deceduti entrambi prima della fine del procedimento. Prossima udienza aggiornata alla fine di gennaio con le arringhe difensive degli avvocati Gino Bove, Michele Sarno, Francesca Sarno, Anna Sassano e Michele Tedesco.

La ricostruzione

Truffa ai danni dello stato e false attestazioni o certificazioni nell'utilizzo del badge, sono le ipotesi di reato contestate ai nove dipendenti, sorpresi dalle immagini registrate delle telecamere, nell'ambito di un'attività investigastiva portata avanti dalla guardia di finanza in seguito alla denuncia del sindacalista della Cisl Cicalese. Gli episodi risalgono al 2015 quando, secondo l'accusa, i furbetti del cartellino si allontanavano dal posto di lavoro usufruendo della copertura di altri colleghi che timbravano al loro posto.