Da un lato lo stop alle agevolazioni introdotte dal Governo Draghi, dall'altro il sospetto della speculazione. Una tempesta perfetta che si è abbattuta sulle tasche dei cittadini, costretti a fare i conti con rincari spropositati dei costi dei carburanti. In particolare, del diesel.
Per verificare che i prezzi adottati siano in regola, il comando generale della Finanza ha rafforzato i controlli negli impianti di distribuzione. Fiamme gialle in azione anche su tutto il territorio regionale, con l'obiettivo di verificare che i costi siano effettivamente quelli comunicati.
I numeri dei controlli delle fiamme gialle
In particolare, l'anno scorso la Finanza ha eseguito oltre 5mila verifiche in tutta Italia, contestando 2.809 violazioni alla disciplina prezzi. Di queste violazioni, 717 hanno riguardato la mancata esposizione e/o difformità dei prezzi praticati rispetto ai prezzi indicati e 2.092 l’omessa comunicazione al Ministero.
Il Mise: "Aumentare le verifiche, specialmente in autostrada"
Negli ultimi giorni il ministero dell'Economia ha dato incarico ai finanzieri di intensificare i controlli, in particolare per i prezzi applicati sulla rete autostradale. In questi giorni sono 660 i reparti operativi delle fiamme gialle impegnati nelle verifiche.
Il piano del Comando generale
Per le settimane a venire, hanno fatto sapere dal Comando generale della Finanza, saranno tre le direttrici d'azione dei militari:
- da un lato, con le attività di “vigilanza prezzi” che hanno visto il coinvolgimento di tutti i Reparti del Corpo;
- dall’altro, attraverso la componente speciale che fornisce costante supporto, oltre che ai Reparti operativi, anche al garante per la sorveglianza dei prezzi e all’autorità garante della concorrenza e del mercato (A.G.C.M.), nell’ambito di alcune indagini istruttorie avviate, allo scopo di accertare eventuali violazioni della normativa di settore;
- infine, mediante le consuete interlocuzioni con l’Autorità giudiziaria. A tale riguardo, si rappresenta che eventuali manovre speculative sui prezzi dei carburanti potrebbero potenzialmente configurare ipotesi sanzionate dagli articoli 501 e 501-bis del codice penale, rubricati, rispettivamente, “rialzo e ribasso fraudolento di prezzi sul pubblico mercato o nelle borse di commercio” e “manovre speculative su merci”, fanno sapere dal comando generale della Finanza