Avellino

Se lo spazio è un vuoto da riempire, i luoghi sono teatri di storie vissute e dunque di sentimenti. Come la città calviniana di Ersilia, i luoghi sono una trama intrecciata di rapporti.

E’ nel giorno della sua nascita (22 agosto 1912) che la città di Avellino rende omaggio a Carlo Muscetta, intellettuale di spicco del Novecento, con un reading colletivo dal titolo significativo: "Leggere Muscetta. Topografia sentimentale di Avellino" promosso dal Centro di Ricerca "Guido Dorso" e dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Avellino . L’iniziativa si è tenuta questo pomeriggio nel cortile del Palazzo Victor Hugo sede del Centro Dorso, «fiero custode della biblioteca di Muscetta:  conserva, infatti, migliaia di volumi donati alla città di Avellino» ha ricordato la direttrice Giuliana Freda .

I brani - tratti dall’edizione Sellerio de L’erranza -  sono stati selezionati da Generoso Picone, direttore dell’Edizione avellinese de Il Mattino . Preziosa guida all’evento che ha ricordato quanto sia importante (ed attuale) leggere Muscetta aldilà del valore letterario. «L’erranza è una geografia sentimentale, una mappa evocativa dei nostri luoghi, ma anche un lessico famigliare. Oggi Avellino è diventata una città fantasma, rileggere "L’erranza" in forma collettiva  significa non perdere le emozioni che questa città può ancora dare. Significa anche riallacciare un legame di parentela, ridare vigore a quei sentimenti di appartenenza collettiva».  Perché nell’autobiografia in forma di lettere del grande storico e critico letterario irpino, i legami con il luoghi sono fondamentali, come quello con la “Ferrovia” suo quartiere di appartenenza. Non a caso, infatti, tra i lettori della lettura corale c’era Nicola Abrate,  ex operaio dell’Isochimica. «Ripensare quel quartiere attraverso le memorie di Muscetta rappresenta uno stimolo a riflettere un luogo della città in cui si consuma un dramma al suo interno, non bisogna abbassare l’attenzione» ha concluso Picone.

 Sergio Muscetta ha, invece,  ricordato la profonda passione del padre per la cultura italiana e per  quel « concetto di erranza, che è parola del giovane Dante Alighieri».

Poi, a turno fino a sera collaboratori volontari e rappresentanti del mondo scolastico, politico, religioso, dell'informazione hanno ridato voce  all’ “erranza” di Carlo Muscetta.

Marina Brancato