Ridurre la crescita dei tumori tramite una 'terapia intelligente' che impiega molecole di Rna in grado di controllare le alterazioni genetiche delle cellule malate e correggerne i difetti: è il risultato di uno studio internazionale che in Italia è stato finanziato da Fondazione Airc, Fondazione Cariplo, Miur, Mef e Regione Campania, al quale hanno partecipato studiosi del Consiglio nazionale delle ricerche-Istituto di ricerca genetica e biomedica (Irgb), Istituto per l'endocrinologia e l'oncologia (Ieos), Istituto di biostrutture e biommagini (Ibb)- e dell'Università del Piemonte Orientale in collaborazione con colleghi di istituzioni Usa e Università di Singapore. I risultati della ricerca sono pubblicati su Nature Communications.

Lo studio interviene nel processo noto come metilazione del Dna, il meccanismo che "silenzia" i geni, impedendone l'attività, che ha dimostrato avere una diretta correlazione con l'insorgenza del cancro. Tale processo è governato da proteine specifiche, le Dna metiltransferasi, il cui controllo può fornire nuove promettenti strategie terapeutiche per contrastare le anomalie della metilazione nei tumori: è quanto sono riusciti a fare i ricercatori del gruppo generando molecole di Rna in grado di bloccare in maniera efficace e selettiva il processo di metilazione del Dna, e di riaccendere, così, geni erroneamente silenziati. "Fino ad oggi gli unici composti capaci di bloccare questo processo di alterazione genetica delle cellule tumorali presentavano un'elevata tossicità e non erano selettivi", afferma Vittorio de Franciscis (Cnr-Irgb).

"La nostra tecnica, invece, consente di agire in maniera mirata, aprendo una nuova frontiera terapeutica nella cosiddetta medicina di precisione: utilizza, infatti, piccole molecole di Rna che agiscono selettivamente bloccando una specifica Dna metiltransferasi e promuovendo così una significativa riduzione della crescita del tumore". I risultati ottenuti aprono la strada a una nuova classe di terapie intelligenti a Rna, che intendono migliorare le attuali terapie e la qualità di vita dei pazienti. "Inoltre, questo approccio mirato potrebbe essere esteso anche ad altre patologie, e segnare un punto di svolta fondamentale nel trattamento di condizioni genetiche incurabili conseguenti ad anomalie della metilazione", conclude de Franciscis.