Vent’anni dopo ritrovarsi tutti per una cena di classe, che ha il sapore del dolce ricordo e di quell’istinto naturale di scoprire che tempo trascorso e vite sperate non abbiano intaccato il senso del gruppo, l’affetto autentico e spontaneo. Operazione rimpatriata riuscita per la terzo del Liceo Classico Convitto Nazionale Pietro Colletta di Avellino classe 2000/2001. Gli ex alunni sono rientrati da Roma e Milano e altre città, per le vacanze e hanno voluto ritrovarsi con chi, in alcuni casi, non si parlava da quel giorno del diploma.
“Sarà per la magia del Natale, sarà per la pandemia che ci ha tenuti a casa a lungo, sarà perché a 40 anni avremmo ancora molto bisogno della compagna/compagno di banco - spiega Leonardo Festa -, degli scioperi senza un perché, di andare a ballare di nascosto, e di guardarsi negli occhi per capire senza dire nulla anche. Sarà per questi e altri motivi che a tavola quelle poche ore insieme sono bastate per ricreare l’atmosfera del terzo liceo classico, classe 2000/2001, al Convitto. Perché il liceo è stata una palestra di uguaglianza, in cui si viveva una quotidianità serena e stimolante, con preoccupazioni e sfide legate alle interrogazioni di greco con Riccardi e la Carrano, quelle di italiano con la Pellecchia e di filosofia con Gigi Iandoli. Non capivamo che intanto, in quel nido sicuro che era il liceo classico del Convitto Nazionale, prendevano forma scelte determinanti per il nostro futuro.
Abbiamo lasciato il liceo chiedendoci se avremmo cambiato il mondo o se il mondo avrebbe cambiato noi, e alla fine sono successe entrambe le cose”.