Far drammi per una squadra prima in classifica con 5 punti di vantaggio sulla seconda proprio no, ma la sconfitta del Napoli contro l'Inter a San Siro va analizzata per comprendere se di incidente di percorso si è trattato, e c'è da augurarselo, o se suona un campanello d'allarme.
Per carità, prima o poi la sconfitta doveva arrivare, e che arrivi a San Siro contro l'Inter lo si mette in conto: meglio insomma di quelle casalinghe tipo Empoli e Spezia che lo scorso anno rappresentarono la pietra tombale sui sogni scudetto. Il come è arrivata la sconfitta di San Siro, però, fa storcere un po' il naso.
FORMAZIONE SBAGLIATA
Formazione sbagliata? Sì, Spalletti ha commesso due errori nella formazione schierata dall'inizio. Rrhamani non era pronto: lento e insicuro si è perso Dzeko in maniera grossolana nell'occasione che ha portato al gol dell'Inter, ma in generale non ha mai tenuto il bosniaco che in apertura ha prima sfiorato il gol, poi offerto un pallone facile facile a Darmian. Idem Anguissa non straripante fisicamente come al solito ma compassato modello Bakayoko: tant'è che il gol dell'Inter arriva sì per l'errore sulla marcatura di Rrahmani, ma l'azione parte da un momento di pigrizia del camerunense. Avrebbe dovuto schierare dall'inizio Juan Jesus Spalletti e sicuramente Ndombelè, straripante fisicamente al momento. Un errore anche inserire Simeone solo negli ultimi dieci minuti: quelle di “sangue e arena” sono le partite dell'argentino, molto più che di Raspadori inserito prima.
ZIELINSKI
E andrebbe valutata poi la presenza di Zielinski nei big match: è un noto limite del polacco, ormai irrimediabile, quello di scomparire nelle gare che contano. Poco male: si hanno alternative importanti in panchina e Zielinski è assolutamente utile, come si è visto, con avversari meno impegnativi che evidentemente non ne paralizzano la personalità intimorendolo.
FANTASMI DEL PASSATO
E fin qui siamo all'incidente di percorso. Può capitare di puntare sugli uomini sbagliati o beccare la giornata no, che finché resta nel rapporto 1 a 19 ben venga, per carità. Ciò che ha preoccupato della gara con l'Inter è l'atteggiamento: finora il Napoli orfano dei grandi protagonisti del passato, da Insigne a Mertens, da Koulibaly a Fabian ha mostrato tratti caratteriali scugnizzeschi tali da uscire sorridenti e quasi irridenti dalle difficoltà che si sono palesate. Ieri si è vista quella fragilità caratteriale del passato: l'indolenza e l'immusonimento di fronte alla giocata non riuscita. Questo sì, se così fosse elemento inaccettabile da parte di Spalletti ben più di una giornata storta.