Prata di Principato Ultra

Caso Manzo, l’8 gennaio cade il secondo triste anniversario della scomparsa dell’ex muratore Domenico Manzo. La sua scomparsa è ancora avvolta nel mistero e il giallo è tutt’ora senza una soluzione.  Nonostante le ricerche dei carabinieri del comando provinciale di Avellino e i continui appelli dei familiari, di Mimì Manzo si sono perse definitivamente le tracce la sera dell’8 gennaio del 2021 intorno alle 22,10 nei pressi dell’incrocio tra la stazione ferroviaria dismessa e la Basilica dell’Annunziata. Il muratore in pensione era uscito di casa dopo aver avuto una violenta discussione con sua figlia Romina (iscritta nel registro degli indagati per sequestro di persona), per andarsi a fumare una sigaretta. Dalle telecamere di videosorveglianza visionate nel corso delle indagini dagli inquirenti, si vede Mimì che viene fatto salire con l’inganno su di un’auto per essere condotto chissà dove. A breve partiranno nuovamente le ricerche. 

Gli appelli degli inquirenti

Il caso Manzo è stato caratterizzato da troppa omertà. A sostenerlo sia il procuratore capo di Avellino, Domenico Airoma, che il comandante provinciale dei carabinieri, il colonnello Luigi Bramati. Entrambi, in tempi diversi, hanno messo in evidenza che i giovani coinvolti nel giallo di Prata Principato Ultra non avrebbero detto tutta la verità, non facilitando neanche le indagini per far luce sulla scomparsa del muratore in pensione.

 

Gli indagati

Al momento sono quattro gli indagati: sua figlia Romina, difesa dall’avvocato Federica Renna, un suo amico Alfonso Russo accusato di favoreggiamento e false dichiarazioni, difeso dall’avvocato Palmira Nigro e Dario Cierzo, la sua ex fidanzata Loredana Scannelli accusata di favoreggiamento e false dichiarazioni, la madre di quest’ultima, Pasqualina Lepore accusata di favoreggiamento, entrambe difese dall’avvocato Rolando Iorio.