Salerno

I dubbi dell'ex assessore all’urbanistica per il Comune di Battipaglia ed ex consigliere comunale a Salerno Giampaolo Lambiase in merito alla nuova legge regionale sull'urbanistica. In una nota, Lambiase accende i riflettori su alcuni profili di incostituzionalità. In passato, in più occasioni, l'ex assessore aveva già espresso perplessità sulla legittimità della nuova legge regionale sull'urbanistica n.13 del 10 agosto 2022.

"Una legge, che, tra l'altro, rischia di agevolare una pesante "deregulation" in materia edilizia, rendendo "carta-straccia" norme e regole contenute negli strumenti urbanistici comunali", si legge nella nota a firma di Lambiase. 

I Ministeri delle Infrastrutture e della Cultura hanno evidenziato alcuni profili di incostituzionalità (vedi art.2), obbligando la Regione Campania alle modifiche necessarie. Il 22 dicembre scorso il Consiglio Regionale ha approvato le "integrazioni" alla legge n.13, all'interno della più ampia delibera sulla "manovra di Bilancio per il triennio 2023-2025".

La nota di Lambiase

"Numerose parti dell'articolo n.2 (comma 1,2,3,6 e 10) sono state "corrette". Sembra però si sia approfittato dell'occasione per rendere più "permissivi" i dispositivi di legge. L'articolo n.4, che regola la cosiddetta "rigenerazione urbana", diventa occasione ancora più ghiotta per pochi fortunati costruttori. Alcuni di loro hanno acquistato (alle aste fallimentari?) i "complessi industriali e produttivi dismessi", e possono trasformarli in "quartieri residenziali" con incrementi volumetrici, che sono anche "cumulabili con ampliamenti consentiti dallo strumento urbanistico". L'articolo n.52 del deliberato sulla "Manovra di Bilancio " scioglie ogni dubbio sul cambio di destinazione d’uso: è possibile cambiare (totalmente) le vecchie destinazioni con nuove "compatibili e complementari...con le destinazioni della zona omogenea in cui tali complessi ricadono", si legge nel documento dell'ex assessore. 

"Nella maggior parte dei casi i complessi industriali/produttivi dismessi sono circondati da abitazioni, per cui in nome della cosiddetta "rigenerazione urbana", al loro posto si dà "via libera" alla realizzazione di nuovi complessi residenziali (in deroga agli strumenti urbanistici), in aree già densamente popolate, prive di servizi ed attrezzature collettive. Si aggraveranno sicuramente le già precarie condizioni di "vivibilità" delle nostre città, senza incidere sul recupero di standard "pregressi" e sulla tutela dell'ambiente", conclude Lambiase.