Aiello del Sabato – Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere la madre M.G. (già detenuta) e il figlio 21enne D.D.A. – accusato di aver tentato di violentare la sorella segregata in casa per tre anni – nel corso dell’interrogatorio di garanzia. I due, raggiunti delle misure cautelari in carcere, affiancati dal loro avvocato Francesco Buonaiuto, hanno fatto scena muta dinanzi al gip. In particolare D.D.A insieme al fratello minorenne per il quale procede il tribunale dei minorenni di Napoli avrebbero – in diverse occasioni – avrebbero costretto le tre sorelle a subire atti sessuali. Alla madre - raggiunta da una seconda ordinanza di misura cautelare in carcere con l’accusa di violenza sessuale - il gip Fabrizio Ciccone, le contesta che in qualità di genitore convivente, non avrebbe impedito ai due figli maschi di porre in essere gli abusi sessuali nei confronti delle tre figlie. Anzi li avrebbe anche incitati soprattutto nei confronti della ragazza legata con delle catene, con frasi del genere: “tanto quella è una … meglio prima i fratelli”.
L'arresto del fratello 21enne della vittima
D.D.A. è stato tratto in arresto e trasferito nel carcere di Bellizzi Irpino il 23 dicembre, al termine delle indagini effettuate dai carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Avellino, agli ordini del capitano Pietro Laghezza. Il gip Fabrizio Ciccone del tribunale di Avellino, ha accolto la richiesta del procuratore capo, Domenico Airoma e ha emesso l'ordinanza di custodia cautelare in carcere per il giovane. Indagato anche il fratello anche minorenne per il quale procede la procura minorile.
La ricostruzione dell'orribile vicenda
La madre fu sottoposta alla misura cautelare in carcere, dove è tutt’ora rinchiusa, mentre per il padre scattò il divieto di avvicinamento alla casa famiglia e alle persone offese. La coppia accusata di aver maltrattamenti reiterati per anni nei confronti della 21enne M.D.A. Fin dall’età di 16anni anche per l’altra figlia F.D.A. iniziarono le vessazioni quotidiane con espressioni “schiava, serva” percuotendola a mani nude, tirandole i capelli, impedendole di frequentare la scuola e di trovare un lavoro, obbligandola a svolgere tutte le faccende domestiche e a badare i fratelli minori, ed impedendole di lavarsi.
Ma il bersaglio preferito era M.D.A. che la madre quotidianamente, senza motivo alcuno, percuoteva con calci e pugni, talvolta anche con oggetti. In un’occasione con un cavo scart della televisione, sulla schiena, cagionandole delle lesioni. Inoltre la donna le impediva di mangiare i pasti a tavola, costringendola a mangiare da sola in piedi solo una volta al giorno. Una volta raggiunta la maggiore età la situazione è precipitata ulteriormente, in quanto veniva legata con delle catene ai polsi e alle caviglie del letto. La ragazza spesso veniva lasciata da sola, al buio, senza acqua e cibo, solo con un secchio per i suoi bisogni. Isolata non avrebbe avuto alcun modo di denunciare quanto subito per anni.