Avellino

Soltanto ieri  il Presidente della Provincia di Avellino Rizieri Buonopane aveva  illustrato in Consiglio Provinciale il doppio dossier su Irpiniambiente e Multiutility con un duro atto d'accusa proprio nei confronti dell'Ato Rifiuti. Per Buonopane c’è una sola via da seguire, acquisire Irpiniambiente e costruire sulla società attuale un nuovo ciclo integrato dei rifiuti competitivo. Il tempo stringe, ha concluso e al tavolo delle trattative di inizio gennaio l’ente d’ambito deve arrivare con delibere e provvedimenti operativi.

A stretto giro è arrivata la replica del presidente dell'Ato Rifiuti Vittorio D’Alessio che in sostanza certifica lo scontro politico in atto e senza mezzi termini accusa il presidente della Provincia di un "approccio approssimativo e dilatorio" ricordando che la Provincia "non ha competenze, né la facoltà di effettuare alcun controllo sui rapporti che si andranno a sviluppare tra l’Ente d’ambito e il Sad del Comune di Avellino". Di seguito la nota integrale del presidente dell'Ato Rifiuti di Avellino

"Buonopane non conosce la legge" 

"Sulla questione Irpiniambiente, il Presidente della Provincia continua ad avere un approccio approssimativo, palesemente dilatorio e, per molti aspetti, anche poco rispettoso delle leggi in materia di ciclo integrato dei rifiuti. Nelle sue recenti dichiarazioni, Buonopane non ha tenuto conto, infatti, che la Provincia ha cessato la titolarità delle funzioni in tale materia. E non perché lo abbia deciso l’Ato, ma perché, ai sensi dell’art. 26 della legge Regionale n°14/2016, l’Ambito territoriale ottimale ha tra le sue specifiche competenze la “gestione integrata dei servizi solidi urbani” ossia l’intera gestione del ciclo integrato dei rifiuti.

Le esternazioni di Buonopane lasciano supporre, invece, che non abbia contezza dell’art.25 della legge regionale citata, per cui i Comuni della Provincia di Avellino hanno tutti aderito all’Ato, il cui ENTE D’AMBITO ha assunto la titolarità delle funzioni di affidamento del servizio. Non ha la consapevolezza, poi, che la Società Irpiniambiente è stata costituita per far fronte unicamente ed esclusivamente alla fine all’emergenza rifiuti decretata per legge, assicurando così la gestione dei rifiuti fino al passaggio della titolarità delle funzioni in capo all’Ato.

"La provincia non ha competenze sulle scelte dell'Ente d'Ambito" 

A Palazzo Caracciolo, inoltre, fanno finta di non sapere: che la Provincia non ha competenze, né la facoltà di effettuare alcun controllo sui rapporti che si andranno a sviluppare tra l’Ente d’ambito e il Sad del Comune di Avellino; che non ha alcuna competenza, né alcun potere di controllo, sulla opzione concessa all’Ente d’Ambito circa il tipo di società da costituire per la gestione del ciclo rifiuti, né sui fondi stanziati o a sua disposizione; che non ha il potere di verificare la disponibilità dei Comuni a finanziare la società da costituire in aggiunta a quella da rilevare; che, in definitiva, la Provincia non ha alcuna competenza su tutte le altre scelte che l’Ente d’ambito, per legge, è tenuto a fare e sulle quali paradossalmente e, del tutto erroneamente, il Presidente Buonopane ritiene di poter incidere.

Questo Ente - unico organo deputato alla gestione del ciclo rifiuti - è ben consapevole dell’importanza e della delicatezza del compito assunto e delle prerogative ad esso affidate dalla legge nella gestione dei rifiuti in generale. Ragion per cui, sta verificando la sostenibilità economico – finanziaria per procedere alla costituzione di una società pubblica per la gestione del ciclo integrato dei rifiuti. E’ proprio per tale circostanza che, contrariamente a quanto erroneamente ritenuto dal Presidente della Provincia, il Consiglio d’Ambito mi ha autorizzato a verificare la possibilità di acquisire l’azienda Irpiniambiente, salvo, poi, nel caso di esito positivo, come per legge, deliberarne l’acquisto.

"Evitare modifiche alla gestione di Irpiniambiente" 

Appena insediato, ho inviato una nota ufficiale al Presidente della Provincia, specificamente in data 30/03/2022, con la quale, prima ancora di intraprendere qualsivoglia iniziativa, esprimevo l’intenzione di attendere le risultanze della due diligence tese a verificare: la possibilità di gestione del servizio integrato dei rifiuti mediante una società a totale partecipazione pubblica, valutando l’adeguatezza degli aspetti tecnici e industriali del modello organizzativo, tali che assicurassero l’efficienza, l’efficacia e l’economicità del servizio stesso; la possibilità di acquisizione della società pubblica provinciale Irpiniambiente, che attualmente gestisce, in regime di proroga, il servizio della quasi totalità dei comuni facenti parte dell’Ato, procedendo all’esame degli aspetti finanziari, del piano industriale e degli atti relativi alla costituzione, ivi compresi lo statuto e la convenzione; gli asset finanziari della società pubblica affinché la eventuale acquisizione delle quote sociali non comportasse un’alterazione degli equilibri economico - finanziari dell’EdA.

Nella stessa nota si evidenziava che, nelle more di dare attuazione a quanto previsto dalla Legge Regionale n. 14/2016, con specifico riferimento all’art. 34 comma 9 bis, si riteneva opportuno evitare modifiche nell’assetto gestionale, alle infrastrutture e al patrimonio della società provinciale che continua a svolgere le funzioni alla stessa assegnata.

Purtroppo, nonostante ripetute sollecitazioni e alcuni incontri tenutisi presso la sede dell’amministrazione provinciale, ho dovuto constatare che, a tutt’oggi, il Presidente della Provincia non solo ha disatteso le richieste tempestive e puntuali dell’Ente d’Ambito, ma ha anche tradito il principio di leale collaborazione istituzionale, andando ben oltre le sue competenze, arrogandosi prerogative a lui non conferite dalla legge. Prima con lettera dell’11 ottobre 2022 e poi con la ultima nota, ha sempre avuto un atteggiamento dilatorio sulla chiara proposta di acquisto dell’azienda formulata dall’Ato.

Il Presidente della Provincia, invece, avrebbe dovuto verificare l’opportunità di cedere l’azienda Irpiniambiente all’Ato, in virtù del corretto esercizio di un potere discrezionale vincolato (verificare l’opportunità della cessione e la quantificazione della stessa) che non può tramutarsi, come invece accade, in azioni del tutto arbitrarie che vanno ben oltre le competenze attribuite a lui dalla legge.

L’Ente d’Ambito ha più volte proposto al Presidente della Provincia l’acquisto dell’azienda Irpiniambiente, ma ad oggi, in spregio ai tempi contingentati dettati dalla Regione Campania, Buonopane ha assunto comportamenti del tutto dilatori, che non fanno l’interesse della comunità che noi tutti rappresentiamo.

Del tutto marginale, poi, è stato il coinvolgimento del Consiglio provinciale da parte del Presidente, nonostante siano passati tre mesi dalla prima proposta di acquisto formulata dall’Ato. Non si comprende il motivo per il quale il Presidente non abbia ancora provveduto a far deliberare il Consiglio Provinciale su tale proposta di acquisto, per poi procedere all’unica istruttoria che, nella fattispecie, compete all’organo provinciale, che è quella di quantificare il prezzo di vendita.

Sulla vicenda Sad, rilevo, infine, che l’Ente d’Ambito non ha compiuto azioni affrettate, ma si è mosso sempre nel solco tracciato dalla legge. Rientra, infatti, nelle prerogative del Comune di Avellino la facoltà di chiedere l’istituzione di un Sad che non può, peraltro, essere negato dall’Ente d’Ambito, ferme restando le convenzioni da stipulare che attengono, però, a un momento successivo.

"C'è ancora la volontà di acquisire Irpiniambiente" 

Permane, tuttavia, la volontà dell’Ente d’Ambito di verificare la possibilità di acquisire l’azienda Irpiniambiente, sempre che le decisioni dell’organo provinciale risultino temporalmente ancora compatibili con i tempi dettati dalla Regione Campania e con lo stato dei lavori dell’Ato, aventi ad oggetto la costituzione della società pubblica per la gestione del ciclo integrato dei rifiuti.

Sconcerta, infine, che l’Amministrazione provinciale abbia indotto Irpiniambiente ad esprimere una manifestazione di interesse per acquisire, anche se solo temporaneamente, la gestione della depurazione industriale in provincia di Avellino. Un’ipotesi, questa, che non solo non rientra nella mission dell’Azienda a totale partecipazione dell’Amministrazione provinciale, ma che, alla luce della condizione nella quale versano gli impianti di depurazione e di altre molteplici criticità, arrecherà gravi problemi di tipo economico all’ATO e si ripercuoterà in maniera negativa sulla efficacia dei servizi di raccolta e smaltimento dei rifiuti".