La Suprema Corte di Cassazione ha annullato con rinvio ad altra sezione per la sola ipotesi di peculato d’uso, la sentenza di condanna inflitta al dottore Francesco Caracciolo. Dichiarati, invece prescritti i reati di falso.
A difendere il medico, l’avvocato Alberico Villani che davanti alla Corte di Cassazione ha chiesto l’accoglimento del ricorso avverso la sentenza di appello che già ridotto la condanna inflitta a medici Carlo Iannace e Francesco Caracciolo. Dunque il processo approda nuovamente davanti alla Corte di Appello, in diversa composizione, che dovrà in ossequio al pronunciamento della Corte di Cassazione, emettere una nuova sentenza. Del resto già nel maggio scorso la Suprema Corte aveva adottato nei confronti del dottore Carlo Iannace un provvedimento simile. Ora bisognerà aspettare la fissazione delle nuove udienze di Appello. In primo grado il tribunale di Avellino aveva inflitto al dottore Iannace una condanna a sei anni, ridotta a quattro in Appello.
Le accuse
I due medici rispondevano di peculato, tentata truffa e falso, per aver gestito – ad avviso della pubblica accusa - il reparto di chirurgia generale dell’ospedale “San Giuseppe Moscati” come una clinica privata. Accuse che avevano fatto rimediare una condanna a sei anni di reclusione (dei quali tre indultati) e anche cinque anni di interdizione dai pubblici uffici per entrambi i medici.
Le indagini della guardia di finanza
L’indagine prese il via nel 2006 e fu condotta dalla Guardia di Finanza, in seguito alla denuncia di un aiuto primario che aveva segnalato presunte irregolarità all’interno del reparto nel quale si svolgevano operazioni estetiche fatte passare per interventi su patologie tumorali.