Napoli, tra le Città metropolitane, è quella in cui si registra il dato più basso riferito alla qualità della vita secondo il rapporto del Sole 24 Ore pubblicato oggi. La 33ª indagine sulla Qualità della vita certifica la leadership di Bologna, seguita sul podio da Bolzano e Firenze. Un’edizione, quella di quest’anno, che dà ampio spazio alle ricadute sul territorio dei grandi shock 2022: guerra in Ucraina, caro-energia, inflazione. Le posizioni dall’81ª alla 107ª sono tutte occupate da province del Sud,
L’eredità lasciata dal Covid e i primi segnali di recessione economica. La crisi inizia a mordere sul territorio, soprattutto nel Mezzogiorno, allargando il divario con il resto del Paese. Affiorano i primi sintomi di una popolazione sotto shock per la corsa dei prezzi: le famiglie restano schiacciate sotto il peso di un’inflazione mai così alta dai primi anni Ottanta e il caro energia si abbatte su imprese e amministrazioni locali, in difficoltà nella gestione dei budget.
Peggiorano, in particolare, le performance di alcune città metropolitane. Milano – che nel 2022 era in seconda posizione– resta nella top ten ma scivola all’ottavo posto sotto il peso degli indicatori di «Ricchezza e consumi» che quest’anno premiano realtà più “piccole”: sempre in testa in «Affari e lavoro», viene penalizzata, tra le altre cose, dalla elevata incidenza (arrivata oltre il 60% in città) dei canoni di locazione sul reddito medio, diventata ormai insostenibile.
Roma perde ben 18 posizioni e si attesta al 31° posto, poco sotto Genova (27ª). Alla Capitale va il record negativo nell’indice di litigiosità (cause civili iscritte nei tribunali nel primo semestre di quest’anno) e il terz’ultimo posto nell’indice sintetico che attraverso 12 sotto-indicatori fotografa il benessere delle generazioni più giovani. Seguono Torino al 40° posto (-12 rispetto al 2021), Palermo all’88° e Napoli al 98°, in discesa di otto posizioni: la prima penalizzata dalla scarsa qualità dell’aria e dall’elevata incidenza di crimini denunciati; la seconda dall’alta quota di beneficiari di reddito di cittadinanza e dai modesti depositi bancari; la terza dalla più elevata densità abitativa e dal record negativo di rapine su strada.
L’indagine fotografa il livello di benessere nei territori in base a 90 indicatori, di cui 40 aggiornati al 2022.
La Campania in fondo alla classifica
La città campana più alta nella classifica finale è Benevento all'82esimo posto, seguita da Avellino 84esima, poi Salerno 97esima, Napoli al 98esimo posto e infine Caserta 99esima.
Alcune classifiche tematiche vedono primeggiare altre province più piccole, spesso benestanti, a discapito invece delle aree più grandi e popolate. Ad esempio nella graduatoria di «Ricchezza e consumi», arricchita quest’anno da due indici che misurano l’inflazione.
Sul fronte ricchezza e consumi la Campania resta nelle ultime dieci posizioni fatta eccezione per Avellino che è 78esima.
Ma è la classifica Affari e lavoro a riservare qualche sorpresa. Napoli 12esimo posto, Caserta 41esima e Benevento 99esima, Salerno al 33esimo posto e Avellino 70esima.
Demografia e società: in Campania Avellino 90°, Benevento 95°, Salerno 86°, Caserta 85° e infine Napoli al 106° posto.
Ambiente e servizi: in Campania Benevento prima al 54° posto, Avellino 59°, Napoli guadagna posizioni e sale all'81° posto e Salerno scende all'84° mentre Caserta sotto il profilo ambientale resta in fondo alla classifica al 103° posto.
Giustizia e Sicurezza in Campania: la città ritenuta più sicurea è Benevento 31esima, poi Avellino 74° e Salerno 101°, Caserta 93° e Napoli al 104° posto.
Cultura e tempo libero in Campania: la città con la peggiore performance è Avellino 100°, Caserta 91°, Benevento 80°, Salerno 77°, Napoli 68°esima.
Bologna e Firenze sul podio
Dalla classifica 2022 risulta Bologna la provincia italiana in cui si vive meglio: il capoluogo emiliano torna in vetta alla classifica generale della storica indagine che viene pubblicata ogni anno, dal 1990. Si tratta della quinta medaglia d’oro dopo quelle conquistate nel 2000, 2004, 2011 e 2020. Sul podio ci sono anche Bolzano, habitué della top dieci che quest’anno sale al secondo posto, e Firenze, terza dopo una scalata di otto posizioni rispetto al 2021, che diventano 24 se si fa un salto indietro al 2020.
Mezzogiorno, sul fondo la Calabria
Dai numeri emerge l’urgenza per alcuni territori di investire nel digitale, nelle rinnovabili, nella sanità e nell’istruzione. Ai record spalmati tra Nord e Centro, fanno da contraltare i piazzamenti del Sud, ancora in coda alla classifica. Crotone veste la maglia nera per il terzo anno, collezionando record negativi anche nelle sottoclassifiche: è ultima in «Ricchezza e consumi» e «Cultura e tempo libero». Al di là del singolo caso, quello che vede nel Mezzogiorno il fanalino di coda del Paese è un fenomeno esteso e radicato.