“Non solo non sono intervenuti mentre mi picchiavano, nonostante le mie richieste di aiuto, mi hanno anche apostrofato più volte come un infame”. Il racconto choc del detenuto L.C. di origini pugliese, brutalmente picchiato nel carcere di Bellizzi Irpino il 9 marzo del 2022 da altri detenuti richiusi in un’altra sezione.
Tra gli indagati tre agenti penitenziari G.I. di Mercogliano, U.M. di Mercogliano e L.P. di Visciano.
I detenuti accusati del brutale pestaggio sono L.V. di Pago del Vallo di Lauro, G.M. di Napoli, G. R. di Napoli e A.S. di Napoli.
“Il pestaggio è avvenuto – stando alla ricostruzione effettuata dalla vittima – grazie alla complicità degli agenti che hanno materialmente aperto la porta della mia cella. Sono stato aggredito perché avevo incontrato spesso il comandante e dunque hanno iniziato a sospettare di me”.
Inascoltate le varie richieste di aiuto da parte del detenuto agli agenti coinvolti
“Prima dell’aggressione il detenuto aggredito aveva notato uno strano movimento in sezione”. E prosegue il suo racconto. “Richiesi all’agente con la barbetta di aver un incontro con la psicologa che avrebbe fatto visita alla cella di fronte alla mia. Ma non ebbi risposta. Quando il detenuto G. M. mi ha chiesto se avessi un messaggio da mandare al boss ho risposto di “no”. Ho cercato di giustificare i miei incontri con il comandante dicendo che avevo chiesto un permesso per andare a trovare mio padre malato”.
“Al dialogo tra e G.M hanno assistito impassibili gli agenti. Iniziai a preoccuparmi e chiesi di allertare la sorveglianza al figlio dell’ex comandante del carcere G.I. Mi disse che l’avrebbe fatto dopo, ma non lo fece. Poco dopo iniziarono a passare altri detenuti, a chiamarmi infame tentando di afferrarmi tra le sbarre e sputandomi contro. Dopo poco un agente ha aperto la porta e mi ha aggredito con calci e pugni”.