Montesarchio

In attesa dell'udienza di convalida dell'arresto dell'indagato - è in programma domani (aggiornamento ore 17.40) dinanzi al gip Pietro Vinetti -, che in quella occasione potrà, se lo vorrà, fornire la sua versione dei fatti, e di poter ascoltare, quando il suo stato di salute lo permetterà, il 28enne accoltellato, sono ancora tante le zone d'ombra che dovranno essere chiarite dall'attività investigativa sul grave episodio accaduto intorno alle 4 di domenica – come anticipato da Ottopagine – a Montesarchio, il centro nel quale abitano i due giovani.

Uno – Giuseppe Maglione, 24 anni, difeso dall'avvocato Vittorio Fucci- è in una cella del carcere di contrada Capodimonte per tentato omicidio, mentre E. A., 28 anni, è in un letto del Secondo Policlinico di Napoli, dove era stato trasferito dal San Pio, e lotta per la vita. Questa mattina è stato operato, le condizioni restano gravi, la prognosi è riservata.

Gli interrogativi non mancano, ad iniziare dal motivo per il quale entrambi – secondo la ricostruzione fin qui emersa- avrebbero raggiunto con la Peugeot della vittima l'area in cui sorge, lungo la variante, il deposito giudiziario.

L'avrebbero fatto dopo una prima discussione in un locale, che doveva però essere rientrata se nessuno dei due aveva avuto problemi a sedersi in auto – a meno che non fosse disponibile un'altra macchina - al fianco dell'altro. E poi, se tra loro c'era stato un presunto alterco per motivi ancora ignoti, perchè non si sono chiariti all'esterno dello stesso locale, invece di dirigersi altrove?

Domande fin qui senza una risposta, e lo stesso vale anche per la dinamica dell'episodio. E' stato Maglione ad estrarre il coltello e a colpire oltre venti volte  il 28enne, oppure l'avrebbe usato dopo averglielo strappato dalle mani? Una storia ancora da definire.