Benevento

(f.s.) All'Alberto da Giussano quel gol di Brunori non era proprio andato giù. In fondo il tiro violento, radente l'erba, e il fatto che era passato tra le gambe di Leverbe, non avevano convinto i presenti che il gol subìto fosse soprattutto colpa sua. Lui invece senza tentennamenti si era autoaccusato: “Un gol così non lo posso prendere, è colpa mia, chiedo scusa a tutti”.

Onestà e grande forza morale, Alberto Paleari voleva più di chiunque altro il riscatto subito dopo Palermo. E quale migliore occasione di un rigore calciato da uno che appena due anni fa (2019-20) vinceva l'Europa League nelle file del Siviglia (in finale contro l'Inter)? “El Mudo” Vasquez in genere i tiri dagli undici metri non li sbaglia, ma questa volta ha trovato un muro dall'altra parte che lo ha esorcizzato. Una parata, poi un'altra, infine quel palo (da baciare come fece Pagliuca ai Mondiali del '94) e la palla che torna docilmente tra le sue braccia. Il riscatto è servito e Alberto può archiviare anche quel gol subito da Brunori domenica scorsa. Riscatto che non significa appagamento, anzi. Domenica prossima per lui c'è un'altra partita dal valore inestimabile, contro il suo ex Cittadella, di quegli ex compagni Frare, Vita, Perticone, Maniero e di Edoardo Gorini, per una vita “secondo” di Venturato. Domenica non ci saranno riscatti da inseguire, ma solo un passato da onorare, sognando di iniziare insieme al Benevento quella scalata alla classifica che è assolutamente nelle corde della squadra giallorossa.