«Rispetto il lavoro dei magistrati non posso parlare». L’unico commento di Gianandrea De Cesare all’uscita dagli uffici della Procura di Avellino dopo un lungo interrogatorio iniziato poco dopo le 15 e terminato intorno alle 19.
Accompagnato dal suo avvocato Claudio Mauriello, è stato lo stesso De Cesare a chiedere di essere ascoltato dal pubblico ministero Vincenzo Russo, colui che ha nominato il nuovo amministratore della Sidigas dopo la revoca di Francesco Baldassarre. De Cesare ha a lungo spiegato i motivi che lo hanno indotto, dopo la gestione Baldassare – Scalella, a presentare tramite i suoi avvocati una serie di denunce per accendere i riflettori su quella “gestione delle società e la vendita dei suoi beni”.
La revoca del custode nominato dal tribunale di Avellino
Ad ottobre, per la vicenda Sidigas, era stato revocato dal suo incarico di custode giudiziario Francesco Baldassarre.
Il gip Marcello Rotondi – su richiesta del pubblico ministero Vincenzo Russo – nominò il nuovo amministratore Lorenzo Palmerini, collaboratore della procura capitolina. Il suo profilo, proprio in ragione della conoscenza degli atti, ad avviso del gip Marcello Rotondi garantirà “un proficuo e tempestivo subentro nella gestione delle quote”.
Il custode giudiziario Baldassarre, nominato dalla Procura di Avellino, venne rimosso in quanto sottoposto a delle indagini. Revoca determinata da alcune denunce presentate dai legali di Gianandrea De Cesare (difeso dagli avvocati Luigi Tuccillo e Claudio Mauriello) e Bruno Del Vecchio (difeso dall’avvocato Massimiliano Moscariello) per il compenso percepito dall’amministratore della società Dario Scalella, circa 1 milione di euro annuo e la svendita dei beni della società.