Avellino

Lutto nella politica: è morto a Roma Gerardo Bianco. Nato a Guardia Lombardi (provincia di Avellino) il 12 settembre 1931, è stato un esponente della Democrazia Cristiana, del Partito Popolare Italiano (di cui è stato segretario e presidente), della Margherita e della Rosa per l'Italia.

Addio Bianco, galantuomo della politica

Non un politico per tutte le stagioni, nel senso dispregiativo del termine, ma un uomo che ha saputo essere protagonista di tante epoche della storia politica italiana, soprattutto in fasi delicate in generale e per il suo partito in particolare, restando sempre coerente con le proprie idee e i propri principi e libero nelle sue scelte.

Gerardo Bianco, 91 anni compiuti nel settembre scorso, esponente Dc di lungo corso, ha saputo alternare momenti in cui rimanere nelle retrovie con altri in cui assumere ruoli di rilievo. Capogruppo alla Camera dal 1979 al 1983 e poi tra il 1992 e il 1994, vicepresidente dell'Assemblea di Montecitorio tra il 1987 e il 1990, quando divenne ministro della Pubblica istruzione nel sesto Governo Andreotti, sostituendo Sergio Mattarella dimessosi con i ministri della sinistra Dc durante l'iter della legge Mammì sulle telecomunicazioni.

Finita la storia della Dc, all'alba della cosiddetta seconda Repubblica si schierò contro la scelta di Rocco Buttiglione di schierare il Ppi nel centrodestra e dopo la scissione che ne seguì nel 1995 assunse la segreteria del partito, contribuendo alla nascita dell'Ulivo. 'Jerry White', come venne simpaticamente soprannominato, restò alla guida dei Popolari fino all'inizio del 1997, quando fu nominato presidente, carica ricoperta fino al 2000. Tra il 1994 e il 1999 fu europarlamentare.

Morto Bianco, Mattarella: "Scompare leale servitore delle istituzioni"

 Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, "ha appreso con stato d'animo di tristezza la notizia della scomparsa di Gerardo Bianco, leale servitore delle istituzioni, politico appassionato, ricco di cultura e umanità". E' quanto si legge in un comunicato del Quirinale. 

Morto Bianco, Gianfranco Rotondi: "Maestro impareggiabile"

"Gerardo Bianco e' stato un maestro impareggiabile, il migliore dei democristiani, anche nel dissenso. La sua storia e' stata quella di un grande uomo di liberta'. Per me e' un momento di dolore assoluto che mi unisce alla famiglia e alla comunita' di amici che non lo ha mai lasciato solo". Cosi' Gianfranco Rotondi commenta la scomparsa di Gerardo Bianco, avvenuta questa notte a Roma. Il parlamentare irpino ha poi scritto un lungo ricordo di Bianco su Huffingtonpost.it. Ecco uno stralcio significativo. 

Si dice che piangere uno scomparso sia piangere se stessi: e oggi per me è esattamente così, perché Gerardo Bianco era un pezzo della mia vita personale e politica. Amava dire che mi aveva adottato politicamente quando avevo i calzoni corti, e tecnicamente era falso, ma solo per il dettaglio di abbigliamento: fui ammesso alla sua corte a quindici anni, e fu una scuola di vita e di impegno civile impareggiabile e senza nessun paragone con alcuna altra storia partitica e correntizia.

Bianco non era un capo alla maniera dei notabili democristiani, specie meridionali: era un libero pensatore, cultore ossessivo della autonomia propria e degli altri. Non imponeva disciplina, nè la tollerava. La sua storica battaglia contro le correnti era anzitutto la difesa di un principio di libertà e autonomia. E da ciò discendevano tutti i principi che ispirarono la sua lunghissima azione politica: la difesa del parlamento, della sua dignità e libertà; il senso del partito come strumento di partecipazione e non di divisione del potere; l’allergia al clientelismo, vissuto come il male antico che attanagliava il Mezzogiorno e ne impediva il decollo.

Un giorno Antonino Zichichi, suo grande amico, disse in pubblico: "Conosco un solo uomo politico sulla cui onestà firmo a occhi chiusi: Gerardo Bianco". Verissimo: nessuno ha mai dissentito da questo unanime giudizio. Ma l’onestà di Bianco non era quella del gentiluomo che non ruba. Era qualcosa di più: non custodiva la virtù in una teca, bensì la spendeva nella lotta politica, la scagliava come un dardo contro la politica che non gli piaceva.

Fu oppositore della solidarietà nazionale, nella quale vedeva un respiro mancante di libertà, una minaccia per l’evoluzione della democrazia dell’ alternanza. Il suo non fu anticomunismo viscerale, tant’è che nella diaspora democristiana lui scelse la riva sinistra,pur con l’autonomia e la sofferenza di uno spirito nato libero e rimasto libero. Fu a quel bivio che le nostre strade si divisero: io preferii la riva berlusconiana, lui non condivise mia quella scelta. Vivemmo quel dissenso alla manièra di Gerardo Bianco,appunto: senza sconti, senza ipocrisie - diciamolo- democristiane, ma senza mettere a rischio - neppure per un momento- il nostro straordinario rapporto umano. 

Morto Bianco, il cordoglio dell'irpino Piantedosi 

 "Piango con sincera commozione la scomparsa di Gerardo BIANCO, grandissimo protagonista della vita politica del nostro Paese". Lo afferma in una nota il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi.

"A lungo parlamentare ed impegnato nelle istituzioni, ha saputo farsi interprete con rara passione e competenza degli interessi del Mezzogiorno", prosegue il ministro Piantedosi, sottolineandone "la figura di servitore dello Stato, fine ed attento politico e raffinato uomo di profonda cultura". "Nella sua vita ha mantenuto un fortissimo legame con la sua comunità di origine per la quale ha rappresentato sempre un solido ed ascoltato punto di riferimento", conclude il titolare del Viminale manifestando alla famiglia "la più commossa vicinanza".

Morto Bianco, Franceschini: "Se ne va un grande politico, libero e coraggioso"

 "Gerardo Bianco era un uomo libero, colto, coraggioso, buono. Senza di lui non sarebbe nato l'Ulivo e soffriva che questo non gli fosse pienamente riconosciuto. Era antico e moderno insieme, custode della nobilta' della politica ma capace di capire il nuovo. Uno dei Grandi della Democrazia Cristiana. Per me un amico e un maestro. Ciao Gerardo". Cosi' il senatore democratico, Dario Franceschini.

Addio a Bianco, Castagnetti: "Maestro dei credenti impegnati"

"Ci ha lasciato Gerardo Bianco, il primo segretario del nuovo Ppi. Democratico Cristiano e Popolare coerente e aperto al nuovo, instancabile mobilitatore di mille battaglie, maestro di tante generazioni di credenti impegnati in politica per far crescere le persone". Lo scrive, su Twitter, Pierluigi Castagnetti

Morto Bianco, Cesa: "Perdiamo autentico servitore dello Stato"

- "La scomparsa di Gerardo Bianco costituisce, non solo per noi democristiani, la perdita di un autentico servitore dello Stato e delle sue Istituzioni. Nel suo lungo percorso politico non è mai mancata la passione per la ricerca del confronto fondato sulle idee e sulla capacità di ascolto, forte della sua formazione umanistica. Mi si permetta di aggiungere un altro aspetto di Gerardo: la proverbiale umiltà, frutto della sua gentilezza d'animo. Rivolgo, insieme a tutta la comunità dell'UDC, le più sentite condoglianze alla sua famiglia a cui siamo vicini con la preghiera. Oggi salutiamo e rendiamo onore a un politico di razza e a un vero galantuomo. Ciao Gerardo". Lo afferma in una nota Lorenzo Cesa, segretario nazionale dell'Udc. 

Morto Bianco, Letta: "Uomo libero e coraggioso"

 "Con grande tristezza apprendo la notizia della scomparsa di Gerardo BIANCO. Uomo libero e coraggioso, saggio e di visione. Con le sue scelte e la sua determinazione ha dato un contributo fondamentale alla nascita del centrosinistra. Tanti ricordi, tanta nostalgia, enorme rispetto". Lo scrive su Twitter il leader del Pd Enrico Letta.

Franco De Luca: “Scomparsa Gerardo Bianco addolora profondamente gli uomini liberi”

“Chi è stato per me Gerardo Bianco? Cosa ha realizzato per la mia crescita politica? Quanto gli ho voluto bene?
Ma soprattutto quanto ha realizzato per l’evoluzione del Paese?
A quest’interrogativi, in questo drammatico momento pari alla sofferenza vissuta alla scomparsa dei miei adorati genitori, non riesco a rispondere.

Gerardo Bianco ha silenziosamente creato “un’autorevole classe dirigente” in Italia, dotandola di etica e cultura. Ha sempre lavorato alacremente per far germogliare le migliori intelligenze politiche nella gloriosa Democrazia Cristiana, dove si è espresso sempre da autentico Maestro, con impareggiabile stile ed autentica vocazione.
La sua scomparsa addolora profondamente gli uomini liberi, onesti e colti, che ottemperando ai suoi illuminati insegnamenti debbono continuare a spendersi, per migliorare la qualità della vita di tutte le classi sociali.” così lo ricorda l’ex- parlamentare avellinese Franco De Luca.

Morte Bianco, Casini: "Uno degli ultimi grandi interpreti della storia della Dc"

"Piango con immensa commozione e grande nostalgia la perdita di Gerardo Bianco, uno degli ultimi grandi interpreti della storia democratica cristiana. La sua vita è stata al servizio delle Istituzioni e della cultura: la sua testimonianza un fiore di tolleranza, intelligenza e generosità. Ci mancherà molto la sua presenza". Lo scrive su Facebook Pier Ferdinando Casini