Nel corso del 2022 i prezzi al consumo dovrebbero crescere in media dell'8,5%, dato che racchiude una significativa differenziazione territoriale: +8,3% al Centro-Nord e +9,9% nel Mezzogiorno, con un differenziale sfavorevole al Sud dovuto in larga parte a un effetto composizione. E' la previsione di Svimez, secondo cui nel "carrello della spesa" del consumatore medio del Sud e' prevalente l'acquisto di beni di consumo, piu' colpiti dal rincaro delle materie prime; viceversa, al Centro-Nord assumono un peso rilevante l'acquisto dei servizi, interessati da una crescita dei prezzi si preferibilmente minore. La differenza nel "carrello della spesa" delle famiglie tra le due circoscrizioni si deve, a sua volta, all'ampia difformita' nella distribuzione dei redditi a livello territoriale.
Lavoro al Sud: sempre più precario
Nel Mezzogiorno la ripresa occupazionale verificatasi nel 2022 e' stata "di bassa qualita', alimentandosi all'aumento della precarieta'". L'occupazione - sottolinea l'indagine- e' tornata sui livelli pre-pandemia, in anticipo rispetto al Centro-Nord attestandosi su livelli comunque inferiori rispetto al 2008 (-2,9%), al contrario di quanto avvenuto nel Centro-Nord (+2,6%). L'occupazionemedia (dei primi due trimestri), cresciuta in Italia del 3,6% (+791 mila unita') nel 2022, rispetto alla prima meta' del 2021, ha premiato soltanto i maschi con un +0,2%, a fronte di un moderato calo dell'occupazione femminile a-0,8%. Nel 2021 la quota di lavoratori dipendenti impegnati in Italia in lavori a termine da almeno 5 anni (che include quelli con contratto a tempo determinato ei collaboratori) si e' attestata al 17,5% del totale dei lavoratori a termine. Il fenomeno della precarieta' "persistente" - fa notare il rapporto - non e' tuttavia omogeneo su base territoriale. Nelle regioni del Mezzogiorno si raggiunge il valore massimo di quasi un lavoratore su 4 (23,8%, ma in calo di un punto percentuale rispetto al 2020), quasi 11 punti in piu' della quota che si registra al Nord (13%) e superiore di oltre 7 punti a quella del Centro.
Cosa serve al Sud? Misure contro caro prezzi e politiche industriali
La situazione delle regioni meridionali impone una duplice sfida alle politiche nazionali: rafforzare gli interventi contro il caro prezzi e rilanciare gli investimenti e le politiche industriali. E' la conclusione a cui giunge il Rapporto Svimez, presentato alla Camera dei Deputati. Secondo l'Associazione per lo sviluppo dell'industria nel Mezzogiorno, va assicurata continuita' alle misure contro il caro energia: per mitigare l'impatto sui bilanci di famiglie, soprattutto le piu' fragili per le quali i rischi di una nuova poverta' energetica sono piu' concreti; a favore delle imprese, per salvaguardarne l'operativita', rinnovando lo sforzo profuso durante l'emergenza Covid. Dall'altro, e' essenziale accelerare sul fronte delle misure di rilancio degli investimenti pubblici e privati ??dando priorita' alla politica industriale attiva per ampliare e ammodernare la base produttiva soprattutto meridionale, condizione imprescindibile per la creazione di buona occupazione. Mettere in sicurezza l'- e' cruciale: consolidandone la finalita' di coesione economica, sociale e territoriale; potenziando le misure di accompagnamento degli Enti territoriali nella realizzazione delle opere; rafforzando il coordinamento del Piano con la politica di congiunta europea e nazionale e con la politica ordinaria.