Sant'Agata de Goti

A giugno gli erano stati inflitti 8 anni e 8 mesi per il tentato omicidio del figlio Giuseppe, 28 anni, centrato ad una spalla, per fortuna senza gravi conseguenze, da uno dei due colpi sparati da una pistola calibro 38; oggi, ancora al termine di un rito abbreviato, il gup Pietro Vinetti lo ha condannato a 2 anni per la detenzione dell'arma, con matricola abrasa.

E' la stessa pena che aveva chiesto il pm Flavia Felaco per Antonio Libardi (avvocato Danilo Riccio), 61 anni, di Sant'Agata de' Goti, titolare di un impianto di autodemolizione, che è stato invece assolto dall'accusa di detenzione illegale di munizioni (per insufficienza della prova). Dichiarato prescritto, invece, l'addebito di ricettazione della pistola, risultata rubata a Roma.

Libardi, tornato in libertà nell'ottobre del 2021 dopo diciassette mesi di custodia cautelare (undici in carcere, sei ai domiciliari), era stato destinatario il 21 maggio del 2020 di una ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Maria Di Carlo, su richiesta del sostituto procuratore Patrizia Filomena Rosa, e successivamente confermata dal Riesame.

L'arma non era stata rinvenuta nell'immediatezza ma a distanza di venti giorni, quando i militari l'avevano scovata, munita di due cartucce, nell'intercapedine del portellone posteriore di una Fiat Punto, uno dei pezzi di ricambio presenti nell'attività commerciale.

Quando era stato fermato e sottoposto allo stub dai carabinieri, aveva raccontato di aver sparato perchè temeva che i ladri stessero rubando nel suo capannone, dove c'era invece il figlio. Una ricostruzione incrociata con quella resa dalla vittima, che aveva dato l'allarme al 112, e di altri familiari, vagliata anche attraverso le immagini di una telecamera che lo aveva ripreso sotto un porticato, mentre camminava.