Napoli

Come non fosse mai andato via. Verrebbe da dire. Ma sarebbe banale e scorretto: non il modo giusto per spiegare ciò che accade il 25 novembre, come d'altronde il 30 ottobre.
E' l'anniversario della morte di Maradona, il secondo, e la non ordinarietà di ciò che avviene è l'ennesima non ordinaria manifestazione legata al meno ordinario personaggio della storia.

Altro che dimenticatoio (pur fisiologico)

Parliamoci chiaro: due anni sono un buon termine per l'avvio della strada del dimenticatoio. Non è cinismo: è un meccanismo meramente fisiologico.
Per contro oggi a due anni dalla morte di Diego è pieno il mondo, dalle pagine web a quelle social ai giornali di ogni paese, a personaggi a gente comune: tutti ricordano El Pibe.
D'altronde si parla di uno che al momento della morte si è preso la notizia di apertura di circa 300 quotidiani e riviste di tutto il mondo: numeri tombali su qualsivoglia obiezione idiota a riguardo del “merito” di tanto clamore.
E' per certi versi innaturale ciò che accade: non che sia un concetto nuovo l'innaturalità se applicata a Maradona, basti pensare alla punizione contro la Juve, ma un'iconografia così forte, dopo tempo, rappresenta un unicum. 

Dalla Fifa a Tardelli, da Ferrara a...todo el pueblo

Lo ha celebrato ovviamente con un post la pagina social del Napoli, con un immagine che ritrae Diego in maglia azzurra tra le nuvole sopra lo stadio a lui dedicato e la didascalia Diego eterno, con la i che diventa un 1 e la o uno 0 a comporre il 10, inutile illustrarne i motivi.
Lo ha ricordato la Serie A, con la Lega che ha commentato: “Due anni senza, due come gli Scudetti”.
Lo ha ricordato la Fifa, anche in questo caso con un post social: “Sei sempre nei nostri pensieri Diego”. Ma a tal proposito, e anche in considerazione di quanto sta accadendo in Qatar, va controcorrente il ricordo di Marco Tardelli che ha chiesto scusa a Maradona: “Aveva capito come si muoveva la Fifa e provò a ribellarsi, non lo appoggiammo per mancanza di coraggio che invece a lui non è mancato”.
Di Ciro Ferrara però il più bel ricordo: di recente l'ex compagno di Diego è stato in Argentina, nei luoghi in cui Maradona ha vissuto. “Si sta bene vicino a te amico mio. Da quel brutto giorno riesco a sentirti ogni giorno, e a riparare poco a poco un cuore che è andato in pezzi”.
E poi la gente comune, spogliata di qualsiasi riferimento anagrafico o d'affezione banalizzante.
E sì, profetico in tal senso Rodrigo: Y todo el pueblo cantò, Maradò, Maradò.