Dall'avvocato Teodoro Reppucci riceviamo e volentieri pubblichiamo una nota pervenuta in relazione al caso di una nota impresa di prodotti pirotecnici della Valle Caudina, tre settimane fa finita in una indagine della Finanza. L'assunto dell'indagine sarebbe che l'azienda in questione non avrebbe ri-girato al Consorzio somme incassate per lo smaltimento dei prodotti pirotecnici. L'avvocato Reppucci, punto per punto, ricostruisce la vicenda puntualizzando molte circostanze. Ecco la nota:
E’ assolutamente singolare leggere da una serie di articoli e soprattutto dal sito del Consorzio che gestisce (o almeno dovrebbe) la attività di raccolta e smaltimento dei prodotti pirotecnici, la nota con la quale quest’ultimo enfatizzava sull’avvenuto sequestro di somme in danno alla azienda campana che non avrebbe ri-versato il “contributo riscosso” a titolo di raccolta per lo smaltimento dei citati prodotti.
La singolarità sta tutta nel fatto che il Consorzio, omette di pubblicare che la citata azienda ha legittimamente trattenuto (e non fatto proprie) le somme raccolte per la sola ed univoca circostanza che il Consorzio risulta inadempiente alla raccolta e smaltimento dei citati prodotti.
Circostanza, questa, per la quale il Giudice Civile (Trib. Benevento) presso la quale è incardinata la causa, atteso che la vicenda ha una connotazione esclusivamente civilistica, nella fase preliminare, ha accolto la tesi dell’azienda campana statuendo che le contestazioni mosse dalla stessa contro il Consorzio sono “fondate su allegazioni specifiche, circostanziate e documentate” legittimando, così, il mancato versamento delle somme raccolte, Circostanza questa sottaciuta.
E’ opportuno segnalare anche ad ulteriore confutazione di quanto inopinatamente assunto nel citato articolo, che la azienda campana proprio per tutelare i propri interessi e quelli dei propri clienti, stante la solidarietà del pagamento nel ciclo dei rifiuti, ha trattenuto le somme aspettando (invano ed aggiungerei inutilmente) che il Consorzio procedesse ad una rendicontazione, che da fonti note sembrerebbe impossibile ottenere perché giammai posta in essere. E su questo bisognerebbe indagare, anche da parte degli soci, atteso che la mancata rendicontazione potrebbe essere voluta, ma su questo, sarà la Magistratura a far luce.
In ogni caso l'azienda, che non ha avuto alcun impatto sull'attività o sui programmi in essere atteso che i soldi erano regolarmente tenuti da parte, ha immediatamente fatto luce sulla vicenda al PM procedente e proposto riesame al sequestro ed è in attesa della fissazione dell’udienza.
R E P P U C C I A V V O C A T I