Quindici

Clan Sangermano, lunedì verranno discussi i riesami per gli indagati R.S.i difeso dall’avvocato Marino Capone e il commercialista C.M. difeso dall’avvocato Angelo Pignatelli.  Mentre il 23 novembre verranno discussi i riesami per gli altri indagati, mentre per i presunti vertici dell’associazione camorristica Agostino e Nicola Sangermano bisognerà attendere il 25 novembre. In quella data verranno discussi i riesami anche per E. M. e F. M., tutti difesi dall’avvocato Raffaele Bizzarro. Intanto A.G. ha lasciato il carcere di Poggioreale dopo l'accoglimento del ricorso, mentre per L.V. i giudici hanno confermato la misura cautelare in carcere. Entrambi sono difesi dall'avvocato Gaetano Aufiero.

Le ipotesi accusatorie

C.M. difeso dall’avvocato Angelo Pignatelli, è considerato un fedelissimo dei Sangermano, pienamente coinvolto nelle attività illecite del sodalizio e fortemente preso in considerazione dalle figure apicali dello stesso. Componenti dell’organizzazione criminale che il professionista irpino frequentava con assiduità. Ad avviso degli inquirenti «il suo operato contribuisce inconfutabilmente ad incrementare ed assicurare l’egemonia del clan sul territorio di operatività e solidità».

A lui sono state affidate le risorse economiche del sodalizio. «Grazie alle sue conoscenze, con i rapporti con altri professionisti e funzionari consente ai componenti dell’organizzazione criminale ad aver accesso anche alle erogazioni pubbliche, nonché provvede al recupero delle somme di denaro prestate sotto forma di usura dalle persone inadempienti».

Ad avviso dei pubblici ministeri della direzione distrettuale antimafia di Napoli grazie all’inserimento nel contesto associato Sangermano e all’elevata considerazione di cui godeva il commercialista residente a San Marzano di Nola, beneficiava di una riconosciuta e preponderante capacità di intimidazione nei confronti dei soggetti usurati e in generale di tutta la comunità. Mentre R.S. – stando a quanto ricostruito dai pubblici ministeri della direzione distrettuale antimafia di Napoli – insieme a S.S. nel giugno del 2017 costringeva il collaboratore del ristorante “Quagliarella” ad acquistare trenta chili di mozzarelle, nonostante la scarsa qualità del prodotto che infatti veniva cestinato, procurando un ingiusto profitto con pari danno alla persona offesa.