Nella suggestiva cornice delle città siciliane di Siracusa, Noto e Lentini, all’interno della scenografica struttura alberghiera “Fontane Bianche”, le classi quarte del liceo classico, scientifico e musicale dell'Istituto superiore Aeclanum, hanno partecipato al festival della filosofia in Magna Grecia, organizzato da Giuseppina Russo presidente dell'omonima associazione, Annalisa Di Nuzzo direttore scientifico e da
Salvatore Ferrara responsabile della metodologia didattica.
Un percorso didattico affascinante
Inclusa da qualche anno tra le iniziative legate ai viaggi d'istruzione, ai percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento e all’Educazione civica, la partecipazione al festival è stata promossa e valorizzata dalla dirigente scolastica, Catia Capasso, e dalla referente del progetto, Gabriella Assante, ad integrazione dello svolgimento dell’Uda dal titolo “Interuomo … conosci te stesso”, un percorso didattico che la scuola ha messo in atto al fine di promuovere azioni volte a favorire lo sviluppo dell’educazione all’intelligenza emotiva.
Si tratta in sintesi di un piano formativo ritenuto essenziale per restituire centralità alle dinamiche psicosociorelazionali degli alunni seriamente compromesse dalla mancanza di relazione interpersonale e dalla didattica a distanza nel periodo dell'emergenza Covid.
La valenza educativa del festival consiste in primo luogo nel suo taglio interdisciplinare, in quanto i giovani sono invitati a riflettere su tematiche filosofiche ed esistenziali mediante diversi linguaggi espressivi che includono la filosofia, la storia, il teatro, la storia dell’arte, la letteratura e la musica.
Scuola e innovazione
Tutti i docenti che partecipano al festival, anche quelli con insegnamenti appartenenti all’area scientifica, trovano l’evento portatore di elementi culturali innovativi, poiché, a prescindere dalle discipline coinvolte, il festival mira a celebrare il valore universale della “Bellezza” come cura nella ricerca dell’armonia della vita interiore, riflessa nei processi di socializzazione e nelle diverse forme artistiche di cui esso si fa portatore.
Inoltre, nella difficile età in cui la mente delle nostre ragazze e dei nostri ragazzi si affolla di domande sul presente e sul proprio futuro e fa i conti con le aspettative della famiglia e della società, il festival si pone l’obiettivo di stimolare gli adolescenti a conoscere se stessi: attraverso l’interazione con i propri coetanei e guidati da professionisti del settore, essi sono incoraggiati a divenire più consapevoli delle proprie capacità, abilità, attitudini e conoscenze, a sentirsi più sicuri, più propositivi e protagonisti della propria vita.
Gli effetti che il festival suscita a livello emotivo su tutti gli alunni, ma soprattutto su quelli che a scuola manifestano comportamenti di insicurezza o di eccessiva riservatezza, possono essere inquadrati nell'ambito della psicologia positiva di cui tanto si occupa la scienza del sé.
Un concetto importante
Come viene messo in evidenza da studiosi quali C. R. Rogers (Terapia centrata sul cliente, 1951) e Steven C. Hayes (Terapia dell’accettazione e dell’impegno, 1982), nel momento in cui la persona accetta la propria umanità senza giudicarsi negativamente, nel momento in cui la persona sceglie volontariamente di applicare su se stessa il problem solving, accogliendo esperienze che riconosce stimolanti per superare le proprie difficoltà, è in questo momento che la persona pone al centro dell'attenzione se stessa, interpretando da protagonista un ruolo in cui si verifica una sorta di rigenerazione emotiva, diventa capace di interpretare nella vita una versione rinnovata di sé.
Il festival amplifica tale predisposizione in quanto, attraverso la valorizzazione delle dinamiche personali, relazionali e della comunicazione non verbale, celebrate da D. Goleman (Intelligenza emotiva, 1995) come presupposto per lo sviluppo delle competenze cognitive, invita le studentesse e gli studenti a svolgere attività laboratoriali performative in un ambiente carico di fiducia, di empatia in cui non si viene giudicati, ma ascoltati, accolti, accettati incondizionatamente.
Il dato
Negli anni si è potuto constatare che il Festival, oltre a un senso diffuso di libertà e di benessere, ha suscitato un cambiamento permanente sulla presa di coscienza di sé, questo perché si è indotti a focalizzare l'attenzione non sulle proprie “debolezze" o "mancanze”, ma sulla riflessione interiore, sul miglioramento dell'autostima, sullo sviluppo della creatività, sul potenziamento delle proprie caratteristiche positive e sulla ricerca dei propri talenti nascosti.
È l'insieme di tali dinamiche psicologiche che con la filosofia, intesa come "arte di vivere", porta ciascuno di noi a scolpire la propria statua; è una co-creazione quella che tutti chiamano: la magia del Festival.