Turbativa delle aste svolte presso il tribunale di Avellino, Livia Forte ammette le sue responsabilità al pubblico ministero Henry Jhon Woodcook: “Per l’aggiudicazione di un immobile ubicato a Contrada finito all’asta ci hanno dato diecimila euro e in più ci hanno offerto un pranzo per me e Amando Aprile”. Queste le prime ammissioni al pm antimafia della donna detenuta nel carcere di Latina da circa due anni.
Le ammissioni di Livia Forte al pm Woodcook
“In un altro caso, un ragazzo di San Tommaso venne da noi – sempre al ristorante – e disse vi faccio un regalo non partecipate all’asta e noi non abbiamo partecipato e lui ci ha dato tremila euro”. Livia Forte va avanti e continua e racconta quello che accadeva nel settore dell’esecuzioni immobiliari del tribunale di Avellino per “un appartamento di Piazza Macello, al decimo piano, per il quale io volevo partecipare per non far entrare sempre questo Antonio Barone (imputato nel processo Aste OK) e questo Gianluca Formisano (imputato nello stesso procedimento) perché non li tenevo di fiducia a loro. Questo Barone andava sempre là sopra, infatti andò una volta dai Galdieri e gli ha portato pure i soldi, quattromila euro. Comunque per questo appartamento ubicato al decimo piano di Piazza Macello ci avvicinarono delle persone di Napoli e ci dissero che ci avrebbero dato diecimila euro per toglierci di mezzo e così fecero.
Ma io non l’ho fatto l’affare perché io volevo partecipare all’asta, l’hanno fatto Armando Aprile, Anonio Barone e Gianluca Formisano. I napoletani non li conosco”. La signora delle Aste precisa anche il motivo per il quale non prese i soldi dei napoletani: “perché non volevano mandare il venti per cento ai Galdieri, ai Galdieri avete capito e io dissi non mi fido di questa gente, in mezzo a quale guaio mi volete mettere? Voi avete fatto il patto con i Galdieri? Io non imbroglio nessuno ed era sempre una guerra con Armando Aprile perché li voleva sempre imbrogliare”.
la conoscenza con il suo ex socio Armando Aprile
Inoltre Livia Forte precisa che lei non aveva preso parte alle aste giudiziarie per ben tre anni fino al 2016 perché era impegnata nell’attività di ristorazione con il figlio. Poi venne Aprile e mi disse: “Piccirèè vogliamo fare le aste? Io me ne sono tornato da Livorno e dopo ho saputo anche il motivo del suo ritorno in Irpinia, aveva fatto un imbroglio a un disabile, gli aveva tolto 900mila euro. Ma l'ho saputo dopo altrimenti io non mi sarei messa a fare le aste con lui al 50%, né ora né mai”.
L'intervento di Nicola Galdieri e Costantino Giordano sulla fiera delle bancarelle
Poi entra nel mertito della fiera delle bancarelle: Mi hanno tolto anche la fiera che io e mio marito abbiamo gestito per 30 anni, andavamo a vendere le salsicce, i wurstel tenevamo il bar... poi venne Costantino Giordano con Nicola Galdieri e mi dissero che non dovevamo fare la domanda". "Costantino Giordano disse a mio marito non fare la fiera perchè mi metti in difficoltà".