Avellino

L'inciampo di Francesco Merlo, firma di punta del quotidiano La Repubblica, nel personalissimo focus dedicato oggi a pagina intera al ministro Piantedosi, sta indignando due comuniutà.
È la storia di sempre, quando i grandi giornali devono raccontare la provincia profonda, sopratutto se quella del Sud, non è che prestino tanta attenzione. Un comune in più, uno in meno... tanto sempre sud è. E allora sbianchettano, dimenticano, ignorano. Come quando cucirono, come una lettera scarlatta, il nome di «Irpiniagate» sullo scandalo della ricostruzione post terremoto, associando ai morti tirati fuori dalla macerie i mariuoli ladri del nord, imprenditori che si sono arricchiti, piazzando nelle aree del cratere industrie vuote, smontate di notte dopo che erano arrivati i contributi. Incassati.


Un comune cancellato


La storia è semplice: Merlo, pur di affondare la penna nelle radici del contestatissimo Ministro dell'Interno (una tecnica utilizzata per dare mostra dell'intima conoscenza dell'oggetto del racconto che si sta sviluppando, ingaggiando il lettore con autorevolezza e credibilità), ha definito Cervinara una frazione di Pietrastornina. Errore che non gli fa onore. Per capirci: è come confondere Carnago con Albizzate, entrambe in provincia di Varese, viciniore, ma ognuna con una propria storia. 


Nobili territori


Pietrastornina è un comune di  1553 anime. Ha una Guglia rocciosa che la sovrasta e da quello spuntone di arenaria ha preso nome. Cervinara è cinque volte più grande (8760 abitanti) ed ha una storia millenaria. Ospita palazzi marchesali passati di mano in mano a famiglie nobilissime come i Carafa e i Caracciolo. Con tutto il rispetto di Albizzate, che in passato è stata una strada, un luogo di transito riempito con buone osterie, o di Carnago, che nella sua storia vanta di essere stata per qualche tempo bivacco per i familiari dei re barbari di tanto in tanto attratti dalla ricchezze dell'Italia centro-meridionale.


I lupi sono cose serie


L'accenno agli animali che nel passato hanno significato paura, ma anche forza, è pure questo banalizzato, rapportato, come viene fatto, al calcio, al tifo biancoverde, ora caduto in disgrazia e finito a lottare per non retrocedere tra i dilettanti. In un parallelo, si badi, che è sottile, spietato, rivelatore: Piantedosi fa la parte del lupo tra virgolette, come lupi per modo di dire (che non fanno paura) sono i suoi beniamini sportivi. Quelli veri, i lupi che facevano tremare il Partenio e le squadre che ne calcavano il tappeto erboso, sono sì estinti: ma hanno scritto pagine di storia. La stessa che ha nel suo passato Cervinara: altro che frazione, signor Merlo: lei si tenga con orgoglio  Carnago e Albizzate. Con tutto il rispetto per il profondo nord, beninteso.