Benevento

La difesa aveva concordato con il Pm il patteggiamento di una pena fissata, con la concessione delle attenuanti generiche, prevalenti sulle contestate aggravanti, a 4 anni, 5 mesi e 20 giorni. Ma il gip Maria Di Carlo, in linea con l'istanza dei legali delle parti civili, l'ha rigettato, ritenendo la pena non congrua.

Niente da fare, dunque, per Carmine Mauro (avvocato Sergio Cola), il 36enne di San Felice a Cancello che nello scorso febbraio era stato raggiunto da una ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari adottata, su richiesta del sostituto procuratore Marilia Capitanio, per l'omicidio preterintenzionale aggravato del 44enne camionista casertano, padre di tre figli, morto il 15 dicembre del 2021 all'ospedale di Caserta.

Era ricoverato dal 22 novembre per una emorragia cerebrale che lo aveva colpito a distanza di alcuni giorni da un episodio accaduto all'interno di un impianto di carburante a Forchia. Era il 7 novembre: secondo una prima ricostruzione, e per cause in corso di accertamento, il malcapitato avrebbe subito un'aggressione da parte di Mauro che avrebbe “utilizzato anche una mazza in ferro”.

Era tornato a casa, dove aveva raccontato ciò che gli era accaduto, poi dopo alcuni giorni si era sentito male ed era stato costretto a fare ricorso alle cure dei sanitari, che gli avevano diagnosticato una emorragia cerebrale. Le sue condizioni si erano aggravate, fino al momento in cui il suo cuore si era fermato per sempre.

La denuncia dei familiari dell'uomo, assistiti dagli avvocati Martina Piscitelli e Claudio Sgambato, aveva innescato l'avvio di una inchiesta, il medico legale Massimo Esposito aveva proceduto all'autopsia.