Avellino

La riduzione dei costi, l’affidamento del servizio idrico integrato, le maggiori entrate aggredendo i comuni morosi e i 40 milioni in otto anni garantiti dal fondo regionale e promessi dal governatore Vincenzo De Luca.

Sono questi i pilastri su cui si basa il piano del manager Michelangelo Ciarcia per salvare dal fallimento l'Alto Calore.

Il piano dell'ente idrico è stato presentato oggi ai sindaci nell'assemblea al Viva hotel e verrà depositato giovedì in tribunale.

Siamo al redde rationem per l'ente di Corso Europa.I crediti privilegiati saranno pagati per intero, quelli chirografari, la maggior parte, in percentuale”.

Indispensabile per ridurre le spese innanzitutto il trasferimento della centrale di Cassano alla Regione Campania e i ristori ambientali che dovranno arrivare in base all'accordo con la Regione Puglia.

Dall'omologa o meno del tribunale del concordato preventivo dipende anche l’obiettivo dell’affidamento del servizio idrico integrato. Una missione che l'Alto Calore persegue senza successo da anni e senza la quale non è possibile, tra l'altro, accedere ai finanziamenti del PNRR. “Oggi – evidenzia Ciarcia - è una possibilità concreta e tangibile dopo la scissione". 

Ma è inevitabile che ci saranno maggiori costi anche per gli utenti: “Per la gestione ordinaria delle entrate, è previsto, in virtù dei costi energetici maggiori, un incremento della tariffa all’utenza per i prossimi due anni del 3,5%"

"Nell'ultimo periodo è aumentato praticamente tutto – conclude Ciarcia - tranne l'acqua. Abbiamo fatto degli sforzi importanti per non aumentare le tariffe agli utenti ma arrivati a questo punto non è più procrastinabile”.