Salerno

Quando Dia con un allungo (quasi) impossibile ha spinto in fondo al sacco la palla del 3-1 che ha mandato al tappeto la Lazio, Marika, 11enne tifosa della Salernitana, è scoppiata in un pianto liberatorio. Un'immagine “catturata” dalle telecamere di Dazn sugli spalti dell'Olimpico e che in pochi istanti ha fatto il giro del mondo, diventando l'icona di un'impresa favolosa ed il simbolo più genuino di una città pazza di gioia. Insieme a Marika hanno pianto in tanti davanti alla tv. E tanti altri si sono commossi nel vedere quel volto pulito e sincero, capace di mettere tutti d'accordo perfino nell'ultra-diviso mondo del calcio.

«E' stato un pianto liberatorio e di felicità»

«È stato un pianto di felicità, liberatorio», ha raccontato l'undicenne salernitana, ospite insieme al papà Jonathan della trasmissione Granatissimi, in onda su Ottochannel. «Era una partita a rischio oltre che molto difficile per la Salernitana. C'erano state tante tensioni. Dopo il terzo gol abbiamo capito di avercela fatta. E mi è venuta quella liberazione che si è trasformata in lacrime di gioia», ha ribadito la giovane tifosa del cavalluccio marino. «Sapevo anche quello che avevamo passato con Lotito. E anche da quello è arrivato il mio pianto. Perché avevamo dimostrato che ce la potevamo fare anche noi».

«Emozioni che non si vedevano più»

Un pianto che ha proiettato in un vortice mediatico la giovane salernitana, capace di emozionare grandi e piccini. «Io sono rimasta sbalordita. Sono riuscita a dare un messaggio davvero grande. Molti genitori mi hanno scritto che erano emozioni che non si vedevano più. Molti mi hanno detto che vedendo me si sono commossi. E questo mi ha fatto molto piacere».

«Salerno si è identificata in quel pianto»

Un vortice che, inevitabilmente, ha travolto anche papà Jonathan. «Siamo stati travolti da questa ondata mediatica. Già durante la partita arrivavano tantissimi messaggi. In un primo momento non ci rendevamo conto, poi abbiamo iniziato a realizzare. Abbiamo capito che qualcosa di grande era accaduto e stava succedendo. Fino a stamattina – ha spiegato Jonathan - abbiamo avuto tanti attestati di stima. La cosa che ci ha fatto tanto piacere è stata che il tifoso salernitano, impossibilitato a venire allo stadio, si è identificato in quel pianto liberatorio che era veramente un riscatto di tutta la tifoseria nell'aver vinto una partita quasi impossibile, in uno stadio straordinario, al cospetto dell'ex patron Lotito. E quindi voleva essere una sorta di rivalsa per i tanti anni che ci hanno visto soffrire per tutta quella situazione. Ed è stata la cosa più bella. Le emozioni vissute all'Olimpico saranno irripetibili».

Il riconoscimento del CCSC

Il Centro di Coordinamento Salernitana Clubs presto omaggerà Marika con un pallone autografato da tutti i calciatori. Ma il regalo più bello lo ha fatto lei al mondo salernitano con le sue lacrime genuine e cariche di passione...granata.