Sono ore cruciali per il giallo sulla scomparsa della 29enne milanese Marzia Capezzuti, si attende l’esito dell’esame del dna che potrà chiarire l'identità del cadavere ritrovato in un casolare abbandonato nella frazione di Santa Tecla. Sulla vicenda è aperta in un'inchiesta della procura di Salerno. Cinque le persone indagate per omicidio e occultamento di cadavere. Marzia, scomparsa dal marzo del 2021, sarebbe stata vittima di violenze e abusi.
Perquisizioni dei carabinieri nella casa in cui viveva Marzia
Questa mattina alle 7.30 i carabinieri hanno perquisito per oltre tre ore l'abitazione dove Marzia viveva con l'ex cognata Barbara Vacchiano 46 anni, il marito di lei Damiano Noschese, 36 anni ed il figlio 20enne Vito Vacchiano, ai domiciliari per rapina.
La 29enne dopo la morte del fidanzato per overdose sarebbe rimasta a vivere con loro, ora tre delle cinque persone indagate. Lì avrebbe subito maltrattamenti e abusi. Nel mirino potrebbe esserci la pensione di invalidità della giovane che sarebbe stata incassata comunque da qualcuno anche dopo la sua scomparsa.
L'intervento del sindaco Giuseppe Lanzara
Sulla vicenda è intervenuto anche il sindaco di Pontecagnano Giuseppe Lanzara che ha attestato l'impegno del comune e dei servizi sociali che si sono sempre occupati della vicenda. Marzia era in carico presso il Comune di Milano. Più volte gli assistenti sociali avrebbero contattato i colleghi milanesi per avere riscontri sulle condizioni della giovane senza avere riscontri. "Forse si poteva fare di più, andrebbe cambiata la normativa, Marzia ha sempre rifiutato di essere aiutata" ha chiarito la fascia tricolore.