Scioglimento del Consiglio Comunale di Pratola Serra per infiltrazioni camorristiche: il Consiglio di Stato ha rigettato il ricorso presentato dai legali dell’ex sindaco Emanuele Aufiero e dai suoi consiglieri comunali, tra cui il fratello Antonio.
Dunque, è stata confermata la sentenza di primo grado, emessa dal Tar del Lazio, sede di Roma, che aveva rigettato la richiesta di annullamento del decreto di scioglimento del comune irpino per infiltrazioni camorristiche.
Comune, il primo verdetto per lo scioglimento nel 2020
Lo scioglimento del consiglio comunale di Pratola Serra, fu decretato nell’ottobre del 2020, dal Consiglio dei Ministri, tenuto conto dei rilievi contestati dalla commissione di accesso dapprima, poi dal prefetto di Avellino e dal Ministero degli Interni. Una decisione, quella depositata stamattina, dai giudici della terza Sezione di Palazzo Spada, che arriva quasi contestualmente alla presentazione delle liste alle amministrative del 27 novembre (il turno dedicato proprio ai municipi sciolti per mafia).
Nella sentenza definitiva sulla vicenda, i giudici, precisano che il provvedimento di scioglimento del comune ha carattere preventivo e cautelare “con la conseguenza che per la sua emanazione è sufficiente la presenza di elementi che consentano di individuare la sussistenza di un rapporto tra l’organizzazione mafiosa e gli amministratori dell’ente considerato infiltrato”.
Elementi che - ad avviso dei giudici del Consiglio di Stato - emergono dalla ricostruzione effettuata nel procedimento amministrativo che ha portato allo scioglimento, fornendo il quadro complessivo del condizionamento, prescindendo dalle decisioni adottate in sede penale.