Sarebbe riuscita a farsi consegnare soldi ed altro spacciandosi per un agente segreto: non dei servizi italiani, ma della Cia. Ha dell'incredibile la storia per la quale il pm Maria Colucci ha chiesto il rinvio a giudizio, per truffa e traffico di influenze, di una 43enne residente in un centro della provincia di Avellino incluso nel circondario di Benevento: Difesa dall'avvocato Antonio Leone, è stata chiamata in causa per fatti che si sarebbero verificati “in data anteriore e prossima al 18 giugno del 2020”.
Secondo la ricostruzione che ne hanno fatto gli inquirenti, fingendosi un agente segreto con una fitta rete di amicizie importanti, avrebbe fatto credere a due persone di essere in grado di risolvere alcune problematiche giudiziarie che le affliggevano; in un caso, di natura ereditaria. In questo modo, sostiene l'accusa, si sarebbe procurato un “ingiusto profitto” consistente nella somma di 5050 euro che le avrebbe dato una donna, e di 1700 euro, uno smartphone e una serie di documenti personali che avrebbe incassato dal coniuge.
Questa mattina l'udienza preliminare dinanzi al gup Gelsomina Palmieri, che ha accolto una eccezione della difesa ed ha disposto la trasmissione degli atti alla Procura, perchè proceda alla citazione diretta, senza, appunto, udienza preliminare. Le parti offese sono rappresentate dall'avvocato Davide Polito.