Stoccata del presidente della Fondazione Angelo Vassallo, Dario Vassallo, al presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca. Argomento del contendere la manifestazione per la pace.
Le accuse
“In queste ore assistiamo all’ennesima polemica sterile tra due esponenti politici che cercano di strumentalizzare la guerra e i giovani della Campania per egoismi personali - ha chiarito Vassallo - De Luca la sta trasformando in una sua battaglia personale per accreditarsi come segretario Nazionale del Pd, invece Salvini cerca di coprire la sua sconfitta politica. Le manifestazioni, tanto più quelle pacifiste, devono essere spontanee, partecipate, "volontariamente" organizzate. Non possono "costare" sui contribuenti. 300.000 euro la Regione Campania avrebbe potuto e dovuto impegnarli per la sanità, le scuole, le strade, l'ambiente.
Una marcia per la pace - continua Vassallo - è un gesto di estremo valore se scevro da interessi personalistici. De Luca ha tenuto gli studenti in Dad per due anni scolastici favorendo la dispersione dei ragazzi a scuola. Oggi con il "ricatto" dei fondi messi a disposizione dalla Regione impone ai presidi di far partecipare gli studenti alla parata, dettando anche leggi su cosa fare e come, la parata delle scuole. Non è un semplice coinvolgimento dei ragazzi, ma una sorta di imposizione, con tanto di prescrizioni-indicazioni, per non subire l’eventuale oltraggio di una piazza del Plebiscito vuota, con l’invito ad organizzare eventi preparatori in classe, la possibilità di usufruire di bus per il trasferimento degli alunni, e l’obbligo di munirsi esclusivamente di bandiere arcobaleno della pace o di rami di ulivo. Infine, sugli striscioni sono ammessi solo i tre slogan espressamente segnalati dalla Regione.
La marcia della pace diventa così la celebrazione dell’ego regionale, una dimostrazione di forza e di potere a danno dei conti pubblici. Occorre porre fine a questa orrenda pagliacciata – affonda Vassallo - Chiedo l'intervento della Corte dei Conti, per spreco di denaro pubblico a fini come sempre "privati”.
Il presidente della fondazione intitolata al sindaco Pescatore ha poi chiarito: “Tutti i giovani della Campania devono tornare ad essere liberi di esprimersi, di pensare, di sognare e di immaginare anche uno slogan differente. Dobbiamo uscire fuori dalle logiche arcaiche del “Pater Familias” che dispone dei beni e del patrimonio comune, con un atteggiamento di potere e prevaricazione sui figli. Un’iniziativa che poteva essere bella e significativa, come può essere una marcia della pace, ma che è stata distorta e svuotata di qualsiasi senso umanitario. I giovani si educano, si ascoltano, si sostengono nella realizzazione dei propri sogni. Sono il nostro futuro, sono il divenire. Non si usano, non si strumentalizzano”, ha concluso Vassallo.