Vallo della Lucania

Truffa nell'ambito del Piano di Zona S8 a Vallo della Lucania: sono state eseguite perquisizioni e sequestri per oltre 300mila euro nei confronti di 15 indagati, tra responsabili di progetto, cooperative sociali e società di promozione. L'operazione, ribattezzata "Nottingham", è stata condotta dal Comando Provinciale di Salerno della guardia di finanza su disposizione della Procura della Repubblica di Vallo della Lucania.

Sotto il coordinamento della Procura vallese, coordinata dal procuratore capo Antonio Ricci, i finanzieri della Compagnia di Vallo della Lucania hanno svolto specifici approfondimenti finalizzati, tra l’altro, all’analisi delle spese sostenute dall’ufficio del Piano di Zona S/8 nell’ambito del “Progetto Rei” (reddito di inclusione), che prevedeva il “servizio di sostegno educativo scolastico ed extrascolastico” diretto a minori appartenenti a nuclei familiari beneficiari della predetta misura di sostegno, e che vivono in condizioni di rischio sociale. 

Le indagini, durate quasi due anni, hanno permesso di svelare come le somme erogate dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali per il progetto socio-assistenziale, siano state dilapidate a causa della mala gestio dei responsabili dell’ufficio di Piano. 

È stata accertata, in primis, la presentazione di documentazione falsa utile ad ottenere il riconoscimento di spese di promozione mai effettuata, per oltre 115 milia euro, da parte di una società incaricata dei servizi informatici e pubblicitari.

Infatti, prima del suo avvio, il progetto prevedeva una forte promulgazione mediatica del servizio offerto alle famiglie, finalizzato ad ampliare la platea dei beneficiari,cosa realmente mai avvenuta, per cui hanno usufruito dell’assistenza soltanto 97 dei 340 nuclei familiari stabiliti dal programma. 

Successivamente, è stata accertata la sottoscrizione, da parte di un responsabile e di alcuni dipendenti dell’ufficio di piano, di falsi “time sheet” (registri dell’attività svolta) riepilogativi delle ore effettuate, cosa che gli ha permesso di ottenere compensi nettamente superiori a quelli spettanti. Infine, i militari hanno accertato la presentazione di finte attestazioni di servizi resi alle famiglie bisognose, attraverso le quali le cooperative sociali incaricate delle prestazioni socio-assistenziali hanno richiesto, ed ottenuto, indebiti compensi per circa 100mila euro

E difatti, gli ignari genitori dei minori indicati quali fruitori del progetto, sentiti dai finanzieri nel corso di numerose audizioni hanno, alcuni, disconosciuto le proprie firme apposte nelle sottoscrizioni, altri, dichiarato che le attività di sostegno rendicontate a nome dei figli non erano state mai state rese. 

Per garantire il recupero delle somme indebitamente percepite, il G.I.P. del Tribunale alla sede, su richiesta della Procura vallese, ha quindi disposto il sequestro preventivo finalizzato alla confisca diretta e/o per equivalente per un ammontare complessivo di oltre 300mila euro, consentendo la cautela di risorse finanziarie, mobili e immobili.