Ariano Irpino

“Salve, sono Angelo Ricciardi, nato il 15.02.1979 ad Ariano Irpino. Morto il 22 settembre alle ore 14.30 ad Ariano Irpino.”

A parlare è Angelo Ricciardi, l’operaio precipitato al suolo da un’altezza di circa due metri, con il flex tra le mani lo scorso 22 settembre in contrada Santa Regina ad Ariano Irpino. L’uomo era giunto in codice rosso al pronto soccorso dell’ospedale Frangipane, a seguito delle gravissime lesioni riportate arti superiori e inferiori e ad un occhio a tal punto di richiederne successivamente il trasferimento a Napoli, dove i medici hanno scongiurato il peggio. Oggi Angelo è tornato a casa, dopo aver vissuto giorni decisamente bui e difficili e ha inteso raccontare a tutti, attraverso ottopagine la sua esperienza.

“Salve sono Angelo Ricciardi, nato il 22 settembre ad Ariano Irpino alle ore 14.30.

Grazie al Signore che ha messo al mio fianco una donna di nome Enza Palandra, la quale mi ha donato due angeli, Noemi e Carmine. Coloro che per prima mi hanno tenuto tra le loro braccia con forza e con coraggio, a loro volta circondati dall’affetto e dal calore di tutti i familiari.

Poi sono arrivati gli angeli volanti del 118, che con la loro forza, tenacia, mi hanno preso sulle loro spalle e trasportato in ospedale ad Ariano Irpino dove mi sono trovato davanti una folla immensa di persone che pur non conoscendole si sono prese cura di me. Mi hanno accolto, curato, lavato e accudito come una madre soltanto saprebbe fare. Sono stati straordinari. Non hanno perso un solo istante prezioso. 

Passano le ore, si fa buio, ormai è ora di andare a dormire ed ecco lì vicino c’è pronto il letto pulito, caldo, dove io possa poggiarmi e riposare.

Disteso nel letto, io dormo. Passano le ore e io dormo ancora. Ma il tempo scorre. Sono contento, sto bene, sto nel letto, dormo ancora.

Col passare delle ore fa giorno. Si aprono gli occhi, vedo una luce piena, una marea di gente e molti santi intorno al mio letto che aspettano che io dica la mia prima parola. Eccola arriva, grazie, grazie a coloro che hanno pregato per me. Grazie a coloro che hanno pensato a me. Grazie a coloro che hanno aiutato me. Quelle tante persone che in ospedale, non mi hanno lasciato un momento da solo.  Hanno sempre cercato di rallegrarmi.

Hanno cercato di farmi ridere, per non farmi sentire triste. E’ stato brutto stare lì, immobile, però con la convinzione e la forza che ce la dovevo fare.

Io ci ho provato e finalmente ci sono riuscito. Oggi questo grazie particolare va all’ospedale Frangipane di Ariano Irpino. Dalla corsa disperata del 118 al pronto soccorso e reparto di terapia intensiva. Grazie a tutti, senza di loro non ce l’avrei fatta.

Per questo mi sento di rivolgere un solo appello. Battiamoci tutti, per migliorare sempre di più questa struttura, perché c’è gente che alla fine ne ha bisogno. E può salvare tante altre vite come in questo caso è capitato a me."

Dopo l’intervento di Ariano, Angelo ha ricevuto cure amorevoli in un centro più specializzato da dove due giorni fa è stato dimesso.

"Non posso dimenticare Napoli. L’azienda ospedaliera universitaria Federico II, centro maxille facciale, dove ho trovato un’altra famiglia. Come accaduto ad Ariano, anche qui mi hanno offerto le cure necessarie per poter tornare a casa.

Ringrazio questi ospedali e le persone che ci lavorano all’interno.  Grazie a tutti ancora. Le parole forse non sono molto chiare. Mi sento ancora un pò scosso."